Un tuffo nella vasca degli squali

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    Narrazione
    Parlato Sakura
    Pensato Sakura
    Parlato Mei



    Una fitta minima di dolore, qualcosa che va storto nella presa di coscienza del mio tempismo, cosa che comporta un leggero graffio all'altezza del tendine dietro al tallone che monca la mia esecuzione. Nyhaaaaaaaaaa! Percepisco il bruciore, naturalmente, capendo troppo tardi l'effetto secondario del colpo che mi viene elargito, diciamo pure che il mio piccolo urlo, acuto e decisamente troppo carino, viene enfatizzato volutamente, uno sfogo della voce mirato alla teatralità che ne comporta, come solo l'attrice di una commedia per bambini può fare. Non è certo mia intenzione eccellere, ma sicuramente mi piace esaltare quella parte di me così dannatamente fastidiosa per alcuni e altrettanto dolce per altri; dato che adoro essere me stessa, l'esimermi dall'esprimere tali sentimenti e accrescerli al contempo è quasi un obbligo, un imperativo categorico. Intanto, mozzata la fatica di quell'esecuzione, non potendo fare altro che arrendermi a tale destino nefasto, la fase di volo risulta impacciata e per nulla precisa facendo scaturire uno spostamento dell'asse parabolica di modo che oltrepassi la figura della mia avversaria atterrando ad una distanza di due metri e mezzo [2,5] da lei con un bilanciamento ben assestato ed un perfetto equilibrio dettato dall'assetto preciso dell'asse verticale. Uffiiiiiiiii! Uno a uno, palla al centro. Ihihihihih. Complimentissimi, si si si, ottima finta. Sportivamente non manco di complimentarmi con l'antagonista di quel momento, per nulla infastidita dalla sua vittoria, d'altronde sono una sportiva, non posso certo farmi incantare o deprimermi per la sconfitta subita, si vede che ella è stata più astuta e non mi faccio influenzare da un moto di deprimente umiliazione, non ne vedo il bisogno, essendo un semplice allenamento. Una cosa però si mostra incredibilmente reale alla mia mente: quel potere non è da sottovalutare! Il mio, arte eccelsa di controllare i giocattoli, umani che piego al mio volere come degli amanti, ha effetto certamente diabolico e molto pericoloso, per quanto le sue limitazioni, al momento, sono egregie e difficilmente riuscirei a sfruttarlo a pieno regime; ma quello della piccola Mei mi sembra davvero molto più utile in quella circostanza. Il mio intelletto e la mia conoscenza generale non possono certo comprendere tutto il suo funzionamento. Dovrei prendere seriamente in considerazione l'idea di studiare gli effetti di quelle spettacolari essenze magiche e la loro catalogazione, ma per il momento devo accontentarmi di una pura analisi empirica. Certamente mi è apparso chiaro che le dona una velocità molto più elevata di quanto non avesse precedentemente, per quanto non sia riuscita ad eguagliarmi, soprattutto se dovessi sfruttare la mia capacità di volo, un punto sicuramente a mio favore sta proprio nella rapidità dei movimenti, quindi devo sfruttarla al massimo delle mie capacità.
    Odo, dalle soglie di quella casupola di legno, le parole portate dal vento provenire dalle labbra di Amelie, un incitamento a proseguire un ulteriore scambio di battute, un dolce valzer senza colpo ferire con l'altra piccola ragazzina, un duo che si esibisce sul palcoscenico della montagna con spettatori gli alberi e le foglie, insieme a quelle due donne che non perdono l'occasione di ammirarle nel dolce combattere. Non mi curo di loro, ma guardo e passo. Concentrata e rapita completamente dall'altra bambina e, cosa più importante, nello scontro che stanno mettendo in atto, in quella sorta di scambio di "vedute". Ricomincio quindi la danza, non volendo interromperla soltanto per un chiacchiericcio di gioia in platea, si tratta adesso di decidere la giusta strategia da intraprendere, ma voglio anche restituire pan per focaccia, convinta senza ombra di dubbio che sia possibile offrire un ulteriore colpo dipende tutto dalla reazione avversaria, naturalmente, ma sono positiva a tal proposito.
    In un impeto di puro istinto, dove adesso la ragione ha già avuto modo di elargire la sua sentenza in merito alle manovre d'adottare, cerco di dar voce al corpo, alla marionetta soggiogata al giogo della razionalità. Come fili di un burattino, trascinato dal suo signore verso un punto preciso, così cerco di accingermi in un serrato scatto verso Mei, con il vento che soffia sulle mie ali spiegate per rendere più fluide le movenze, nel tentativo di percorrere una giusta distanza che mi porterebbe, se fossi riuscita a risolvere quella manovra, a giungere sulle sue parti manche proprio a mezzo metro da questa, quindi una giusta misura d'ingaggio per un colpo in lotta, donandole così il mio fianco mancino in una facezia di puro apparire, mentre le gambe si flettono prodigiose verso il basso, pronta per una successiva esecuzione. Una vista che possa semplicemente donarle la parvenza di un colpo, dato che il braccio manco cerca di saettare veloce, nuovamente in direzione del suo sterno. Quella movenza permette alla spada di fuoriuscire nuovamente dal fodero così che io possa esibirmi nel tentativo di colpire quel determinato bersaglio con il pomo della mia Katana. Non proseguo il movimento, lo blocco sostanzialmente a metà dando solo la parvenza, una vista del colpo che voglio portare, privo di alcun tipo di intenzione malevola o per volerla ferire in qualche modo. In quell'esatto istante però, di contro, all'udito percepisco le parole sussurrate dall'altra, un vociare basso diretto ad essere ascoltato solo dalla mia persona.
    E tu come lo sai? Quella domanda mi strappa un leggero sorriso, vorrei tanto ridere, ma cerco di trattenermi, non volendo minimamente essere udita dalle ragazza che osservano ammirate lo scontro. Io mi sto divertendo comunque, ritengo che quella sia una situazione molto utile per migliorare le mie capacità, per quanto io sia davvero molto poco interessata alla lezione di mira e di tiro con la "Vedova nera", trovo molto più utile quello scambio di colpi che sto avendo con lei, per quel motivo mi delizio e cerco di prenderla con estrema leggerezza, dato che non sto certamente rischiando la vita e per quanto non mi possa fidare totalmente di lei, quei primi colpi mi hanno dimostrato che non sta scagliando affondi per uccidere o per ferire.
    Dopo quella sorta di finta, un affondo atto a farla cadere nel tranello e nell'inganno, cercando di far splendere le piumate, come il sole del mattino che attraversa tutta la baia, di pura adrenalina, scatto con le molle inferiori verso l'alto, così come anche gli arti supplementari e vestigiali dietro la mia schiena, nel chiaro intento di spiccare un salto magistralmente fuggevole pari ad un battito di ciglia, che mi permette di sollevarmi dal terreno di circa due metri e, al contempo, compiere una conseguente rotazione del corpo, sia su sé stesso e sia in modo puramente verticale, per trovarmi in un'assoluta posizione verticale e rovesciata al di sopra del capo della piccola, in direzione delle sue spalle e diametralmente opposta al mio punto di partenza così da ricoprire velocemente una distanza grandiosa. Alcune misure vengono liquidate facilmente per la sola forza dello sfarfallio alare, nel chiaro tentativo di portarmi alle spalle della mia avversaria, mezzo metro circa, e terminare il balzo in una posizione eretta e dritta.
    Ma è ovvio, non hai notato il pupazzetto? Le sussurro dietro le spalle, come se non ci fosse alcun dubbio e non potesse nemmeno pensare di replicare alle mie parole. Lui era un cacciatore di taglie mandato proprio da Gintaro, non può replicare un mio ordine o mentirmi, sono la sua burattinaia. Ihihihih. Chiaro è il modo con cui ho estratto l'informazione a quell'uomo, almeno presunto tale, dato che ora non ha più volontà propria. Comprendo naturalmente il suo scetticismo e il suo "volere delle risposte", quindi non risento della sfiducia nei miei confronti, ma lascio a lei adesso il privilegio di decidere come muoversi una volta acquisita l'informazione.
    Non me ne sto certamente a rigirarmi i pollici mentre le elargisco quel vocio, cercando di essere molto discreta e coperta dal corpo di lei per non essere vista, né udita, dalle altre ragazze, cerco infatti di scagliare un nuovo colpo, questa volta con la mano libera, un dritto libero atto a fiaccarle la zona al centro delle scapole, con il palmo aperto, sempre nell'attenzione di non farle del male ma di sospingerla in avanti, così che grazie al tocco diretto io possa attivare quel diabolico potere. La scena che mi configuro alla mente è esattamente la stessa, uguale le fattezze del pupazzo in cui la voglio trasformata, similare è quel colore rosato e bianco che delinea i caratteri di un orsacchiotto di peluche, è questo che intendo infliggerle, non come punizione, ma per la sola volontà di ridurne l'assetto fisico e le sue capacità, mettendomi in quel modo in un netto vantaggio.

    CITAZIONE
    Iaijutsu hikō-chū (Estrazione in volo) LIV. 2
    Dopo essere giusta al Paese Dei Fiori, Sakura, ha cominciato a frequentare un Dojo di arti orientali. Il suo Sensei le ha consigliato, aiutandola nell'apprendimento, di uno stile di combattimento che abbia esaltato la sua grande velocità, data l'essenza della sua razza alata, ma anche la sua affinità con l'aria. E' diventata quindi un esperta nel combattimento acrobatico con la Katana unendolo anche con uno stile dove l'estrazione viene confusa con l'esecuzione, portando colpi di spada fulminei e precisi, capaci di tagliare a metà una farfalla volante. Con il passare dei mesi ha cominciato ad allenarsi molto durante, soprattutto in questa disciplina e, facendo leva sulle sue abilità, ha cominciato a sviluppare un equilibrio maggiore nelle esecuzioni aeree che le permette di compiere acrobazie e volteggi più complessi durante questa fase. Ciò le consente anche di poter attaccare con precisione durante i salti e le acrobazie e cominciare ad eludere meglio gli attacchi che le vengono portati grazie a cambi di direzione repentini e al maggiore attrito con l'aria.

    CITAZIONE
    Sōdofaito (Lotta in arme) LIV. 2
    Dopo aver avuto coscienza del proprio potere Sakura ha cominciato ad allenarsi anche in uno stile particolare di lotta che unisce sia il combattimento con la Katana sia a mani nude, dovendo toccare i propri avversari per trasformarli in giocattoli. Ha cominciato ad imparare ad usare bene entrambe le braccia per gli attacchi, facendo così affidamento sull'ambidestria, ove però il braccio secondario viene sfruttato per apportare colpi veloci e prese salde verso l'avversario. Dovendo spesso avere un tocco diretto con il proprio avversario per attivare il proprio potere, Sakura ha affinato le proprie capacità per elargire dei colpi molto precisi con la mano secondaria, sfruttata soprattutto per colpi di palmo o per le prese, così che possa tenere bloccato il nemico mentre la principale armata sferra potenti attacchi con la spada.

    CITAZIONE
    Angel Essence LIV.1:
    Le esecuzioni aeree sono una specialità per la piccola Sakura, ciò le ha permesso di sviluppare una particolare tecnica che estende grandemente le sue capacità di volo, anche grazie alle particolari ali da Angelo, essendo lei una nativa di Bilka, presenti dietro la sua schiena. Infatti all'occorrenza, facendo defluire un quantitativo di energia all'interno di questi arti supplementari dietro la sua schiena, ottiene la capacità di spiccare dei balzi molto più potenti dell'ordinario triplicando questo valore sia in altezza che in lunghezza. Inoltre, durante questa tecnica, Sakura attiene un grande potenziamento alla rapidità rendendo, a tutti gli effetti, il salto molto più fulmineo di quanto non sia normalmente aumentando il valore di Velocità del 15%. Può anche, in caduta libera, allungare i tempi di volo e direzionare con buona precisione la discesa, planando verso terra alla velocità che desidera senza subire contraccolpi.
    Consumo: 25

    CITAZIONE
    Hobi Hobi manipulation LIV. 1
    Quando Sakura riesce a toccare nettamente un personaggio può trasformarlo integralmente in un giocattolo per una durata limitata. I personaggi trasformati in questo modo otterranno un malus a tutte le statistiche del 10%. Questi restano giocattoli in base alla differenza d'esperienza con l'utilizzatrice del frutto. Quindi si ottiene che per personaggi di livello inferiore la durata è di tre [3] turni, sempre se abbiano due [2] o meno livelli al di sotto di quelli di Sakura. Da un [1] livello al di sotto sino a un [1] livello al di sopra è considerato un pari livello e quindi la tecnica ha una durata di due [2] turni. Da due [2] livelli al di sopra di Sakura il personaggio è considerato di livello superiore e la durata della tecnica è di un solo [1] turno.
    Consumo: 35

    CITAZIONE
    Stato Fisico: Perfetto
    Stato Mentale: Concentrata sullo scontro
    Parametri:
    Forza: 30
    Resistenza: 10
    Velocità: 47+12(25% Razziale)+9(15% Angel essence)=68
    Riflessi: 25
    Energia: 140 - 60 = 80
    Equipaggiamento: Katana di buona fattura.
     
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    Già Caelen il Calvo

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    Sakura era veloce. Molto veloce. Sebbene si fosse trasformata in fulmine, Mei non era riuscita a colpire in pieno quella giovane avversaria che aveva tentato di schivare il colpo saltando in aria, aiutata dalle alette candide. Per sua fortuna non c'era riuscita in pieno, ma il fatto che avesse visto il movimento dell'assassina e fosse riuscita ad elaborare una schivata quasi efficace, la poneva ad un livello di pericolosità decisamente più alto del viscido e di altri nemici che aveva già affrontato. Il colpo al ginocchio si era trasformato in un colpo al calcagno, sicuramente meno efficace di quanto avrebbe voluto, ma sufficiente per sbilanciare il movimento di quel folletto malevolo dal viso fanciullesco che si trovò, una volta issato a mezz'aria a capicollare ad un paio di metri da Mei, atterrando comunque con leggiadria, risparmiandosi una figura quantomeno barbina.
    Un urletto di dolore uscì da quella tenera boccuccia, ma la piccola Danaki sapeva di non averla colpita abbastanza da provocarle così tanto dolore. Immaginò le piacesse fare un po' di scena, forse per compiacere Amelie.

    - Dai, non esagerare...- Pensò Mei.

    -Uffiiiiiiiii! Uno a uno, palla al centro. Ihihihihih. Complimentissimi, si si si, ottima finta.- Disse Sakura.

    Il tono era come al solito gioviale, ma Mei intuì un certo fastidio nel pronunciare quelle parole. Era ovvio che la competizione un minimo si stava scaldando ed era altresì ovvio che quella tizia non volesse perdere.
    Sakura osservò Mei, senza farsi vedere nè sentire dalle due spettatrici.

    - No, è stato Tanaseda Gintaro, il padre della ragazza: "Raven". - Sussurrò a mezza bocca.

    Un fulmine a ciel sereno colpì Mei. E non era uno dei suoi; forse meno doloroso, ma altrettanto inaspettato.

    - Raven? Raven avrebbe messo quelle taglie per poi dirci di proteggerli? Che senso avrebbe? Se avesse voluto ucciderli avrebbe potuto farlo quando voleva, ha avuto sotto mano questi due per tutto il tempo. - Pensò, confusa.

    La storia non quadrava. C'era qualcosa in tutta quella faccenda di particolarmente strano. Certo, quella ragazzina poteva avere avuto informazioni fallaci, o magari aver capito male. i pensieri iniziarono a frullare in testa a Mei, che per prima cosa voleva vederci chiaro. Qualcuno stava mettendo il piede in due scarpe, ma una cosa sola era certa. Lei era nel mezzo, e stava venendo presa per il culo da qualcuno. Non poteva sopportarlo.

    - ...Mi state convincendo, un altro po' di riscaldamento e poi passiamo al vero allenamento! - Senti le due donne appollaiate sul trespolo borbottare qualcosa, ma non prestò loro attenzione, fino a che Amelie non alzò la voce, volendo chiaramente farsi sentire dalle due contendenti a più di qualche metro di distanza da loro.

    Mei non le prestò molta attenzione. Non le serviva il tifo, non lo voleva. Anzi, l'idea di essere presa in giro la irritava alquanto e il fatto che Amelie potesse essere una di quelle che reggeva il gioco a Raven, la infastidiva ancora di più.
    Non se la sentiva ancora di lanciare accuse, doveva avere più indizi.

    -...E tu....- Iniziò a parlare, quasi non rendendosi conto che la bambina che aveva di fronte aveva già organizzato un nuovo attacco, scattando nella sua direzione con rapidità, molta rapidtà; forse troppa.

    Per una frazione di secondo la ragazzina sembrò quasi sparire dalla vista di Mei, che rimase inebetita da un movimento così celere. Aveva già avuto modo di constatare quanta velocità possedesse, ma forse neanche lei si aspettava che potesse aumentare fino a quel punto, sempre che fosse la sua velocità massima.

    -...come lo sai?...- Finì la frase, appena balbettata, accorgendosi con colpevole ritardo che quella piccola strega l'aveva già raggiunta, coprendo i due metri in meno di un attimo.

    Intravide la sua figura sulla sinistra, pronta a sferrarle un colpo, estraendo rapidamente la lama, che dopo la parata aveva fedelmente riposto nella vagina. Mei si lasciò cullare dall'istinto. Bastone stretto tra le mani, fece un saltello indietro, mezzo metro o poco più, per spostarsi da quel colpo improvviso; ma come una brava studentessa, Sakura aveva appreso e copiato, anche meglio quello che Mei le aveva fatto vedere prima: bloccò l'attacco che aveva semplicemente avuto l'utilità di destabilizzare la sua avversaria e con una piroetta degna di una ginnasta, sempre aiutata da quelle alucce, si catapultò alle spalle di Mei, che riuscì appena a seguire il movimento con gli occhi.
    La piroetta fu eseguita alla perfezione e, mentre stava atterrando la vocina di Sakura bisbigliò qualcosa, alle vicine orecchie di Mei:

    - Ma è ovvio, non hai notato il pupazzetto? Lui era un cacciatore di taglie mandato proprio da Gintaro, non può replicare un mio ordine o mentirmi, sono la sua burattinaia. Ihihihih- Parole appena sussurrate, ma che squillarono come una tromba nella testa di MeiLing

    Non ebbe il tempo di pensare. Il movimento parabolico fu molto rapido, ma come tutte le parabole, leggermente prevedibile. Mei non ebbe il tempo di organizzare un contrattacco efficace, anche perchè il tutto i svolse in davvero pochi attimi.
    Lasciò che l'istinto agisse per lei. Strinse con tutta la forza che aveva il bastone, e come se fosse una battitrice si girò di colpo sferrando una sventagliata all'altezza busto. Non si trattenne particolarmente: l'istinto di sopravvivenza ebbe il sopravvento, la mazza aveva per le mani, e la mazza utilizzò.
    Tuttavia non fu abbastanza rapida per schivare il colpo nemico. Nella sua testa si dipingeva già l'immagine di un profondo colpo di spada, infilato nel suo sterno, ma fu nuovamente sorpresa. Colpita si, ma non da una spada. Da qualcosa di molto, molto peggio.
    Un semplice tocco, sordo e apparentemente innocuo si schiantò in mezzo al petto di Mei, che, sempre d'istinto, saltò all'indietro di mezzo metro, ma fu troppo tardi.

    *PUFF*

    Mei rimase un attimo confusa. Si sentiva strana, goffa. Guardò le due spettatrici e poi guardò Sakura. Sentiva il bastone che le scivolava dalle mani. La sua impugnatura non era più così salda. Fece mezzo passo indietro e si rese conto di avere difficoltà nei movimenti.
    Si guardò le mani, poi i piedi.

    - Oh merda! Sono diventata un peluche! - Pensò cercando di non farsi prendere dal panico. Cosa più facile a dirsi che a farsi.

    Le braccia e le gambe erano paffute e rosee, oltre che ricoperte di un pelo posticcio.

    - Cazzo sono diventata una merda di peluche rosa! Ho fatto la stessa fine di quel cacciatore di taglie, credo. Almeno a sentire quello che dice lei. - Il cuore le batteva in gola e sentiva l'elettricità scorrerle lungo tutto il corpo. Alcune scintille scaricarono a terra dalle braccia e da quelle che una volta avrebbero dovuto essere le mani.

    Non son certo che un orso di peluche possa avere un'espressione incazzata, ma se fosse possibile, la si poteva facilmente notare sul volto di Mei.

    - Che cazzo mi hai fatto, brutta...- Si bloccò. Il tono di voce era particolarmente poco amichevole, ma si rese immediatamente conto di una cosa.

    - Aspetta. Posso muovermi. Non sono un burattino nelle sue mani come mi ha detto di quel cacciatore. - Pensò provando a calmarsi.

    * - La luce che trasforma il mondo in un giocattolooooo! Ihihihihih! -

    - Adesso seguirai ogni mio ordine, non potrai quindi attaccarmi o fare del male ai miei alleati. Mi proteggerai in caso dovessero attaccarmi e mi servirai come mio giocattolo personale. Si si si *

    Nella testa di Mei risuonarono le parole che aveva pronunciato nella boscaglia qualche ora prima quella ragazzina. Non ricordava bene la situazione, come se la sua mente fosse offuscata, ma ricordò con chiarezza, quasi avesse avuto una illuminazione, che quell'orsacchiotto spuntò dai cespugli dopo che lei gli diede ordini precisi.
    Mei non aveva sentito ordini.
    Non poteva esserne sicura, ma probabilmente la trasformazione non avrebbe riguardato il suo cervello se costei non avesse pronunciato quelle parole.

    - Forse non lo ha fatto di proposito- Ha deciso di rendermi un pupazzo solo per dimostrarmi di cosa è capace. In fondo se le basta un semplice tocco, avrebbe potuto farlo in ogni momento. Forse posso davvero iniziare a fidarmi di lei, anche se questa cosa la deve scontare. - Pensò Mei. Si sentiva pesante e rallentata, ma il suo cervello funzionava bene, e anche il potere del frutto scorreva nelle sue vene di...lana.

    Ripensò alle parole che le aveva confidato poco prima.

    - Lei a questo punto non credo stia mentendo. Potrebbe essere una inviata del padre del ragazzo ed essersi messa d'accordo con quei tre, anzi, quattro tizi nel bosco per mettere in scena tutta la pantomima e metterci contro Raven, ma non ha senso. I tizi sono stati abbattuti da Rei prima che questa si palesasse, e il potere che ha mostrato, lo ha fatto dopo il benestare di Raven. Dunque credo di potermi fidare. Ora qui la cosa si complica. Raven non ha di certo messo le taglie su quei tizi. Li aveva sotto mano, avrebbe potuto ucciderli quando voleva, e comunque riscuotere una taglia che egli stesso espone è decisamente stupido. Però magari è interessato a riscuoterla, quanto meno quella di lui, ma non vuole che Reileen lo sappia, o avrebbe direttamente incaricato lei di agire. Quindi per quanto mi riguarda Reileen è allo scuro della cosa, anche perchè non accetterebbe mai di consegnare sua sorella...- Pensieri rapidi come saette iniziarono a fioccare nella mente scattante di Mei. Odiava non capire le cose ma soprattutto odiava fare le cose senza sapere davvero in che razza di merda dovesse sguazzare.

    Si voltò verso Amelie, cercando di scrutare dentro il suo sguardo.

    - Che ruolo hai tu? Sei dalla parte di Raven o da quella di Reileen? - Mei fece una domanda a se stessa, come se la stesse facendo ad Amelie.

    - Se questa donna avesse ricevuto l'ordine di consegnare i due ragazzi, noi saremmo stati solo d'intralcio e allora questo piccolo allenamento avrebbe avuto lo scopo di farci stancare per poi metterci fuori gioco senza difficoltà. Ma allora perchè farci venire? Perchè regalarmi un frutto per poi volermi mettere K.O. dandomi in pasto ad Amelie. No, probabilmente anche lei è allo scuro di tutto.- Finì il ragionamento, prima di tornare a concentrarsi su Sakura, che probabilmente stava impazzendo di gioia per quello che le aveva fatto.

    - Ehi tu. Lo sai vero che devi far finire questa cosa? Perchè sarò anche un'orsacchiotto, ma posso abbrustolirti lo stesso. - Disse in tono quasi accusatorio MeiLing.

    Aveva buone possibilità di pensare che quella trasformazione fosse quasi benevola o comunque limitata dalla volontà di chi l'aveva eseguita, ma voleva mettere in chiaro subito le cose.

    Per quanto la riguardava l'allenamento poteva ritenersi finito, in testa adesso aveva altro, tuttavia aspettò ancora qualche secondo prima di parlare con Amelie. Voleva pensare bene alle cose che le avrebbe detto, o perlomeno chiesto.

    Torno ad osservare Sakura e tutti i suoi campanellini e i suoi occhi a cuoricino e tutto la melassa che usciva da quella ragazzina.
    Quasi sorrise.

    - Il mondo è proprio strano. Chi avrebbe pensato che una dolce creaturina come te potesse fare....questo? - Disse ad alta voce, dimenticandosi probabilmente di avere solo qualche anno in più di quella bambina.

    Cercò di rinsaldare la presa sul bastone, che rischiava di scivolarle dalle mani. Fece uno scatto verso Sakura a coprire la breve distanza che le separava. Il suo passo goffo la faceva sentire in imbarazzo ed era decisa a tornare nel suo corpo al prima possibile, per poi andare a fare due chiacchiere con Amelie.
    Non era molto abituata agli scontri prolungati e in campo aperto, di solito le sue erano colluttazioni brevi e per lo più in spazi ristretti, Qualche colpo, una coltellata e via.
    Si portò ad un metro da lei, abbastanza per poterla colpire, stando però attenta alle mani di quell'angelo demoniaco.
    Non era molto pratica di scazzottate, ma si rendeva conto che quel bastone da solo avrebbe fatto ben poco nelle sue mani. Lo girò dalla parte della punta, per renderlo più areodinamico.

    - Ti piace saltare? Bene. -Pensò mentre si fiondava su Sakura.

    Prendendo la rincorsa allargò il braccio come per colpire con quel bastone, ma arrivata ad un metro da Sakura, piegò le gambe, senza fermare l'energia cinetica che aveva accumulato con lo scatto. Si lasciò scivolare, con forza verso le caviglie della bambina. L'idea era quella di travolgerla. Un tentativo apparentemente buffo e di certo rallentato dalla situazione nella quale si trovava a causa del suo nuovo corpo. Sebbene non del tutto prevedibile, si aspettava che i riflessi della ragazzina fossero un filtro troppo forte per un genere di attacco. Infatti, avendo visto che entrambi gli attacchi subiti coinvolgevano un movimento a mezzaria, Sakura immaginò che l'istinto di Sakura la portasse a saltare, e allontanarsi agilmente e facilmente da un attacco così ridicolo. E fu per quello che aveva impugnato il bastone dalla parte appuntita.
    Nel caso si fosse librata in aria, come immaginava, Mei avrebbe scagliato da terra quel bastone in direzione del corpo a mezzaria contando sul fatto che la sua agilità, potesse venire un po' meno se non avesse potuto spostarsi con le gambe.
    Certo, un tentativo decisamente poco sensato e piuttosto rozzo, soprattutto per una combattente amante dei colpi di fino, ma era sempre più convinta a non voler utilizzare le sue armi letali. Probabilmente Sakura era l'unica in cui poteva riporre un po' di fiducia.
    Sempre che l'avesse ritrasformata.
    Terminato il movimento, Mei diede un colpo di reni e si rialzò, apparentemente disarmata. Osservò Sakura e con voce più seria iniziò a parlare.

    - Quelle taglie le ha emesse il padre di Kojiro. Ma quello che mi hai detto è molto interessante. Sarà bene parlarne con Amelie. Potremmo trovarci in un guaio altrimenti - Il tono era piuttosto basso, ma decisamente serio sebbene pronunciato da un buffo pupazzo rosa.


    Se prima l'idea di sussurrare era quasi un gioco per Mei, ora voleva far capire che non c'era molto da scherzare.

    CITAZIONE
    Stato fisico: Impacciata
    Stato mentale: Mentalmente frustrata per la trasformazione, leggermente irritata. Preoccupata per la situazione generale. Quasi totalmente disinteressata dal combattimento

    Forza: 32 (-10%) = 28
    Resistenza: 34 (-10%) = 30
    Velocità: 46 (-10%) = 41
    Riflessi: 37 (-10&) = 33
    Energia 270
     
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    Primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame.

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    Mei e Sakura si scontrarono abilmente, mettendo in mostra le loro abilità, compresi i poteri dei rispettivi frutti. La strategia della piccola Danaki, che comprendeva il placcaggio, con successivo lancio del bastone, poteva essere una mossa in grado di chiudere le possibili vie di fuga dell'avversario... ma davvero Sakura avrebbe deciso di schivare un "abbraccio" da parte dell'oggetto del suo desiderio?
    Gli effetti della trasformazione sarebbero spariti anche presto e la piccola avrebbe potuto stringere a sé una Mei in carne ed ossa!
    Amelie e Akira rimasero molto colpite dalla scena: la trasformazione a cui avevano assistito aveva dell'incredibile. Nonostante la cecchina avesse seguito la prima trasformazione dall'alto della sua posizione, vederla a distanza così ravvicinata era tutt'altro. Akira, d'altro canto, prese un taccuino ed iniziò a prendere alcuni appunti.

    Potete fermarvi qui. Quello che ho visto è abbastanza, possiamo passare alla fase successiva, ovvero quella in cui io vi insegno a sparare!

    Dopodiché si rivolse ad Akira, parlandole silenziosamente, in modo che le due "allieve" non potessero sentirla. Terminò con un ghigno soddisfatto, dopodiché la giovane dai capelli corvini si alzò per poi ritornare nello chalet.

    Ottimo, vado a prenderlo, torno subito!

    Dopodiché fu proprio Amelie a colpire con dei calcetti ritmici il pavimento in legno sotto la panchina, per far aprire una botola, qui prese: 2 pistole e 2 fucili di precisione. Li caricò tutti e 4 e li portò dalle due.

    Voi scegliete pure l'arma che pensiate sarà più adatta a voi. La pistola è una semiautomatica con caricatore di 5 colpi, ha una gittata di circa 20m. Il fucile ha un caricatore da 10, ma ha 1 solo colpo in canna; la gittata dei colpi arriva anche a 50m, ma un colpo richiede un po' per essere caricato.

    Un rumore simile ad un ronzio si levò nell'aria, ciò che poteva essere definito come un "drone" iniziò a volteggiare sulla testa delle tre. Si trattava di una sfera metallica, con delle ali molto piccole, simili nell'aspetto a quelle di un insetto. Dal diametro di circa 30cm si muoveva a zig zag.

    Era da un bel po' che non usavo lo "Stinx".

    Esordì Akira, ritornando da loro. Sull'avambraccio aveva una mini-console di comando, con un tastierino che copriva tutta la parte dell'arto. Aveva degli occhiali da sole, dal vetro rosso.
    Lo Stinx iniziò a muoversi seguendo uno schema ben preciso, muovendosi unicamente sulle assi X e Y:
    1) Salì verso l'alto portandosi ad un'altezza di 15m (Velocità 30);
    2) Disegnò un cerchio nell'aria con raggio di 6m (Velocità 25);
    3) Si spostò al centro del cerchio dopo averlo chiuso (Velocità 30);
    4) Immaginando il cerchio compiuto come un orologio, si spostò sulle ore 12 e ritornò al centro, ore 3 e di nuovo al centro... stessa cosa per le ore 6 e 9 (Velocità 35).
    5) Ripartì dal punto 2, dopo essersi riposizionato sulle ore 12. (Velocità 30)

    Dovrete colpire quell'aggeggio metallico. Mostratemi come usate queste armi, dopodiché vi insegnerò qualche trucchetto. Ho bisogno di capire prima il vostro livello.

    Continuiamo con questo ordine di post.
     
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    Sono riuscita nel chiaro intento di trasformare quella mia precaria antagonista in un giocattolo, per quanto temporaneamente, almeno le ho rallentato i movimenti in quel modo e ridotto la sua forza. La cosa tuttavia che a me più interessa, in quella circostanza, non è tanto vincere, per quanto una sconfitta sia sicuramente frustrante, ma la volontà di migliorarmi e accrescere le mie capacità. Non credo fondamentalmente di essere capace con le armi da tiro, ma un'esercizio sulla mira può sicuramente aiutarmi a rendere i miei colpi più precisi ed è esattamente quello il mio sostanziale intento. Adesso mi ritrovo a poca distanza da Mei, con un sorriso dolce e divertito che palesa tutta la mia soddisfazione in quel caso, lasciando trapelare la mia palpitante emozione. Ma quanto sei kawaiiiiiiiii! Ihihihihih. Chiaramente sono sincerissima, non la sto prendendo in giro e non mi faccio certo beffe di lei, mi piacciono davvero gli orsacchiotti e i giocattolini, quindi non posso fare a meno di mostrarmi estremamente entusiasta per quell'avvenimento e la trasformazione. Inclino dolcemente il capo verso la spalla destra, così anche i miei grandi occhi vermigli si immergano in quelli dell'assassina, mostrando un luccichio decisamente molto sognante nei propri occhi. Non preoccuparti, su su su. La sollecito quando lei comincia ad inveire contro di me per via di quella trasformazione. Non ho usato tutto il mio potere, quindi puoi stare tranquilla. Tra poco tornerai come prima e non ho impresso alcun contratto quindi sei libera d'agire come meglio credi. Ihihihihih. Però sai... Alzo lo sguardo pensieroso verso l'alto a destra. Non riesco proprio a decidermi se sei più carina così o come umana. Uffiiiiii! Gonfio in quel frangente le guancette scarne così da poter mostrare il mio sentimento di contrasto in quella scelta che, a quanto pare, sento molto nel profondo del mio cuore. Lo sai vero che non sei per nulla carina quando minacci? No no no. Scuote il capo velocemente, nuovamente a dimostrazione di quanto io possa far seguire le parole con i movimenti frenetici del corpo, accompagnando il tutto con il suono melodioso dei campanellini che appuntano il codino sinistro e si esibiscono nella loro canzone ripetitiva [Drin - Drin].
    Inclino il capo verso le mie parti manche, così da avvicinare l'orecchio alla rispettiva spalla, dondolando dolcemente sul posto e distendendo comodamente le braccia lungo i fianchi così da lasciar intuire che per me lo scontro dia terminato. Potrei dire la stessa cosa io, non trovi Mei-Chan? Amplio il sorriso sul mio volto, così da lasciar intravedere quell'armoniosa mezzaluna di denti che trapelano dalla fessura di quei boccioli rosei delle mie labbra. Un monito per lasciarle capire che non sono certamente l'unica, in quel posto, a mostrarmi tanto piccola ma altrettanto pericolosa, avendo sicuramente notato il suo demoniaco potere sprigionato poco prima. Non intendo comunque proseguire lo scontro, per me è chiuso e non c'è bisogno di continuare oltre, forse con una leggera punta di bluff nelle mie movenze, perché la situazione mostri come qualcos'altro possa imprimere un contratto e farle rispondere ai miei ordini, per quanto sia a conoscenza di non esserne in grado se non con una trasformazione permanente. Voglio imprimere soltanto una pressione psicologica, facendo perno sulle mie parole precedenti. Non serve tuttavia che aggiunga altro, perché noto, come adesso me ne capacito maggiormente, come l'altra torna a scattare verso di me, facendomi accigliare pesantemente e cogliendomi leggermente impreparata. Poco male davvero, dato che non intendo minimamente schivare quell'ingaggio da parte dell'altra ragazzina, al contrario cerco di spostare solo una gamba indietro per dare un equilibrio maggiore al corpo. In quell'esatto momento, quando lei si fionda sulla mia persona per placcarmi, cerco di sollevare velocemente le braccia e avvolgerla in un tenero avvinghio. Siiiiiiiiiiii! Ihihihihih. Rido di gusto, felice per quel contatto, mentre tento di spostare il busto all'indietro e cadere al suolo con la schiena leggermente inarcata verso l'alto, così da formare una leggera curva e attutire la caduta. Se tutto fosse andato per il verso giusto, allora comincerei a spupazzarla tra le mie braccia, facendole quasi le fusa e sfregando la guancetta contro il pelo rosato del suo capo. Un gesto che non dovrebbe durare molto, dato che la trasformazione ha una durata limitata, quindi ne approfitto per ascoltarne le parole sussurrate e ricambiare, data la vicinanza molto stretta, con la mia vocina acuta. Gintaro ha dato disposizione a quei cacciatori di uccidere Kojiro e riportare indietro Akira. La informa con un sussurro, mentre cerco di mantenerla, in quella circostanza, cioè durante il dialogo, più vicina a lei possibile, dato che non vuole essere udita dalle altre. Io ti ho dato l'informazione, adesso sta a te decidere cosa farne. Per quanto mi riguarda, non so ancora quanto potermi fidare della "Vedova nera". Ihihihihih. Dico soltanto nei suoi confronti, chiarendo che non ho altro d'aggiungere in merito e che la situazione richiede sicuramente l'intervento di qualcuno che non sia io. Le chiare intenzioni che esprimo sono quelle di rendere me stessa una persona degna di fiducia, almeno in quella circostanza, anche perché voglio capire come si evolve quella strana storia nella quale sono rimasta imbrigliata, volontariamente anche, ma certo ne voglio uscire viva al momento.
    Se lei decidesse di uscire dalla mia presa, allora la lascerei andare senza alcun problema, alzando in piedi e cercando di portarmi in una posizione comoda, prima di ascoltare le parole che vengono a noi rivolte dalla cecchina. Più che interessata allo sparo, non essendo una combattente particolarmente brasa sulla distanza a dire il vero. Ihihihihih... Autoironica, mentre porta la mandritta dietro la nuca e comincio a massaggiarla pigramente, mostrando una sorta di lieve imbarazzo. Ero più interessata alla precisione dei colpi, si si si. Però un po' di pratica con la pistola non mi farebbe per nulla male. No no no. Cerco di scuotere lentamente il capo e avvicinarmi a lei quando mi mostra quelle armi tirate fuori da una botola sotto la panchina. Sposto lo sguardo da lei alla botola, muovendo le iridi freneticamente. Un bel po' di sorprese. Ihihih. Non vi è malizia nelle mie parole, solo estrema curiosità, lasciando adesso che lei si esprima al meglio e che spieghi cosa siano quelle armi e il loro utilizzo, piccole informazioni sui colpi e il gioco è fatto. Tuttavia io resto abbastanza perplessa, non capisco davvero nulla di quel discorso e di armi da fuoco in generale, al contrario mi sembra tutto molto aleatorio, per quanto sia solo una percezione personale, non conoscendo le basi dell'ingegneria e della fabbricazione di armi da fuoco; non sono nemmeno una tiratrice, quindi non mi sono mai interessata particolarmente alla cosa, ho trovato molto interessante e utile l'allenamento, anche per confrontarmi contro qualcuno di diverso che non sia un membro del dojo dove ho imparato le arti marziali, ma quella è tutt'altra storia. Vediamo... Lo sguardo passa dalle pistole ai fucili, quasi a volerli fulminare con lo sguardo; la mia espressione è trasfigurata in una nota concentrata, come a volermi spremere le meningi. Anche per il mio stile di combattimento, credo che sia meglio una pistola, anche perché, come avete potuto constatare, uso entrambe le braccia negli scontri, ho bisogno di avere una mano libera. Si si si. Spiego con il mio tono acuto e la vocina melodiosa che si espande nell'aria.
    In quel contesto, senza sapere nemmeno la base di come si possa sparare, cerco di allungare il braccio dritto verso una delle pistole, così da prenderla per l'impugnatura e guardarla attentamente. Allora, se non erro, bisogna impugnarla in questo modo... Rifletto con attenzione, anche per cercare di districarmi in quella sorta di piccoli movimenti che non conosco o, per lo meno, che ho visto solo compiere da qualcuno in passato ma che personalmente non ho mai eseguito. Così impacciata, cerco di poggiare, senza forza, il dito indice sopra il grilletto, così da sorreggere l'arma in quel modo. L'attenzione viene catturata però, molto di più, da quell'attrezzo che porta Akira con sé, quella sorta di drone che comincia a volare nell'aria a quindici [15] metri d'altezza. Comincio a ragionare, mentre distendo il braccio verso quell'oggetto in movimento e con questo, senza tuttavia prendere la mira, semplicemente facendo in modo che la mia rapidità possa essere conforme alla movenza di quel volatile ferrifero, sorprendendolo nel momento in cui questo sia più lento. Solo allora cerco di premere il grilletto velocemente. NYAAAAAAAAH Ecco per l'appunto, un sobbalzo all'indietro, per via del rinculo, quasi mi sloga il polso, mentre chiaramente non riesco a centrare in pieno il bersaglio, al contrario il colpo vola verso l'alto proprio da tutt'altra parte. Aya aya ayay. Prendo la pistola nella mano sinistra e comincio a muovere freneticamente la destra per far passare il leggero dolore. Uffiiiiii Sono proprio negata. Si si si.
    Sicuramente è la prima volta che prendo una pistola in mano, quindi chiaro che non riesco nemmeno a capire il suo funzionamento e come dovrei muovermi.


    CITAZIONE
    Stato Fisico: Graffio dietro alla caviglia.
    Stato Mentale: Per nulla interessata al colpo iniziale di Mei, più concentrata sul loro dialogo privato e timida nei confronti delle armi da fuoco.
    Parametri:
    Forza: 30
    Resistenza: 10
    Velocità: 47+12(25% Razziale)=49
    Riflessi: 25
    Energia: 80
    Equipaggiamento: Katana di buona fattura. Pistola in dotazione cedutale da Amelie
     
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    Fu Sakura stessa ad assicurare Mei circa le sue condizioni. Non aveva stipulato contratti, dunque non era vincolata a lei in alcun modo, inoltre gli effetti sarebbero stati temporanei. Mei ci aveva visto giusto, quel temibile potere ha qualche condizione affinché si realizzasse nella sua totalità. Buono a sapersi.
    Tuttavia in quel frangente lei stava provando ad attaccare come un buffo orsacchiotto rosa: non di certo la miglior condizione possibile.
    Forse a causa della sua goffaggine o a causa di chissà che altro, l'attacco non andò a buon fine e Mei si trovò avvinghiata a Sakura, che iniziò a stringerla come un cucciolo di orso fa con i suoi fratelli.
    La piccola Danaki inziò a divincolarsi, al meglio delle sue capacità nella nuova forma, ma tra tutti i "kwaaiii" e i "waaaa" Sakura mormorò qualcosa nell'orecchio di quella che fino a prova contraria era un peluche

    - Gintaro ha dato disposizione a quei cacciatori di uccidere Kojiro e riportare indietro Akira.--Io ti ho dato l'informazione, adesso sta a te decidere cosa farne. Per quanto mi riguarda, non so ancora quanto potermi fidare della "Vedova nera". Ihihihihih - Le parole appenna sussurrate furono molto chiare.

    Il quadro si stava delineando nella mente di Mei.

    - Dunque Raven vuole intascare la taglia solo di Kojiro. Dubito che però siano i soldi ad interessargli. Probabilmente vuole sfruttare la questione a suo vantaggio, facendo ricadere la colpa sul padre di Kojiro. In fondo nemmeno a lui sta bene questa situazione tra i due ragazzi - Pensò, mentre si liberò dalla presa di Sakura.

    I suoi ragionamenti furono interrotti da una bella sensazione. Il suo sguardo sembro alzarsi di qualche centimetro e la sensibilità alle mani e alle braccia ricominciò a farsi sentire. Fece un respiro a pieni polmoni, che erano tornati di ossa e sangue, invece che di pelo e...pelo. Le parole di Sakura erano state sincere. Era tornata nel suo corpo, per fortuna.

    - Meno male. Di certo in futuro devo stare attento al tocco di quella ragazza. A quanto pare le basta sfiorarmi per trasformarmi. - Pensò sorridendo. Sì, era sollevata e si vedeva.

    - Potete fermarvi qui. Quello che ho visto è abbastanza, possiamo passare alla fase successiva, ovvero quella in cui io vi insegno a sparare! - Esclamò, bisbigliando poi qualcosa all'altra ragazza, anch'essa spettatrice dell'allenamento che entrò rapidamente in casa.

    La vedova nera si alzò in piedi e, con grazia, diede due colpetti leggeri con il tallone, in qualche punto appena sotto la panchina sulla quale era seduta poco fa.
    Il pavimento si sollevò un poco, giusto per far capire alle due ragazze che li sotto vi fosse sotto una botola.
    Amelie incorciò lo sguardo con Mei, incuriosita dal tutto, e sollevò l'asse che si era appena scostata da terra, estraendo due pistole e due fucili di precisione.
    Mei non era affatto esperta di armi da fuoco. Non conosceva modelli nè potenzialità, ma fu immediatamente attratta dal fucile.

    - Con quello potrei sparare a grande distanza, credo. Potrebbe essere utile imparare a sparare da lontano, senza essere vista...senza dover....sporcarmi le mani....- Pensò. Deformazione professionale.

    - Voi scegliete pure l'arma che pensiate sarà più adatta a voi. La pistola è una semiautomatica con caricatore di 5 colpi, ha una gittata di circa 20m. Il fucile ha un caricatore da 10, ma ha 1 solo colpo in canna; la gittata dei colpi arriva anche a 50m, ma un colpo richiede un po' per essere caricato. - Disse con voce vibrante Amelie, forse un po' eccitata all'idea.

    Con un paio di mosse capaci, le quattro armi furono caricate.

    Era incredibile come quella tizia maneggiasse quelle armi. Mei ebbe quasi l'impressione che quella tizia guardasse i fucili come una madre guarda il proprio figlio che, al primo giorno di scuola, inizia già a fare amicizia con gli altri bambini. Orgoglio, forse affetto perfino.

    Mei si apprestò a prendere subito il fucile di precisione ed osservò immediatamente nella lente che serviva da obiettivo. Era decisamente curiosa di vedere quanto quel binocolo avvicinasse un bersaglio.
    Mise l'occhio attaccato al vetrino e si mise ad osservare suile guglie che li circondavano; un ronzio però la distrasse. Sempre vigile, scattò sull'attenti e cercò di capire da dove provenisse. Un attimo dopo potè osservare Akira uscire dal retro dello chalet con uno strano marchingegno attaccato al braccio e un oggetto metallico volare nel cielo, qualche metro sopra di lei. Presentava ali sottili e dimensione di un pallone, forse poco meno. Mei non aveva mai visto un oggetto del genere, ma non ci mise gran chè a capire che fosse lei a comandare quella palla.

    -Era da un bel po' che non usavo lo "Stinx" - Disse in modo divertito Akira che nel frattempo si era messa delle strani lenti rosse.

    Altre informazioni entrarono nella testa di Mei.

    - Dunque questo potrebbe essere un'arma, o un oggetto per l'addestramento. Akira lo ha usato, forse per aiutare qualcuno ad allenarsi, o forse allenandosi lei stessa. O perchè no, se ha funzioni anche offensive potrebbe averlo usato come arma. Quel che è certo è che questa ragazza non è una sprovveduta. Da come aveva sistemato il braccio di Reileen e da come si destreggia con questo affare, non escluderei anche che sia di sua invenzione. Non è una sprovveduta, potrebbe persino essere una combattente. Prestaci attenzione, Mei. - Si disse, incoraggiandosi.

    L'attenzione di Akira e Amelie si concentrò per un attimo sul "drone" che schizzò in alto rapidamente, oltre i 10 metri di altezza, Sembrava possedere una buona velocità, anche se la maneggevolezza non sembrava permettere spostamenti particolarmente complessi.

    -Più che interessata allo sparo, non essendo una combattente particolarmente brasa sulla distanza a dire il vero. Ihihihihih...ero più interessata alla precisione dei colpi, si si si. Però un po' di pratica con la pistola non mi farebbe per nulla male. No no no. - Disse con il suo solito tono gioioso, Sakura, mentre osservava quell'oggetto volare nel cielo.

    Rimase qualche secondo in ammirazione di quell'apparecchio che nel frattempo sembrava percorrere uno schema sequenziale ben preciso, cadenzato, ritmico.
    Poi distolse lo sguardo, avvicinandosi alle armi che Amelie stava gentilmente porgendo.

    - Per il mio stile di combattimento, credo che sia meglio una pistola, anche perché, come avete potuto constatare, uso entrambe le braccia negli scontri, ho bisogno di avere una mano libera. Si si si. - Esclamò.

    - Dovrete colpire quell'aggeggio metallico. Mostratemi come usate queste armi, dopodiché vi insegnerò qualche trucchetto. Ho bisogno di capire prima il vostro livello. - Spiegò Amelie. forse inutilmente

    Sakura prese in mano la pistola, forse un po' goffamente, e iniziò ad osservare quell'oggetto iniziare un movimento che inizò la sua poco fluida danza a 15 metri di altezza.

    - Su. Giu. Di lato. Poi ancora al centro. Fa un cerchio...- Mei teneva a mente ogni spostamento e i secondi che questo impiegava per rimettersi in posizione.

    Il tutto sembrava far parte di un ciclo continuo, fatto di cerchi e di spostamenti orizzonatli e verticali. Gli scatti eseguiti per allonatanarsi erano abbastanza veloci, più di quanto Mei sperasse, ma la costante che tornasse sempre al centro era un vantaggio da sfruttare. Come le aveva sempre insegnato suo padre, la prevedibilità è il primo passo verso la tomba.
    Mei seguiva con lo sguardo quel pallone, ma la mente rimaneva ferma sull'argomento che avrebbe dovuto affrontare a breve.

    Si avvinò da dietro a Sakura, intenta a guardare tutti quei movimenti cercando di capire quando colpire. Mise le labbra a poca distanza dal suo orecchio e bisbigliò:

    - Presta attenzione. Resta calma, ma soprattutto, cerca di essere sempre pronta...- Il tono era serio, ma sorridente.

    Sapeva di aver detto una frase abbastanza criptica, ma di li a poco anche Sakura avrebbe capito. O almeno così sperava.

    Uno sparo, diretto verso l'oggetto metallico, e un rinculo non indifferente fecero sobbalzare Sakura, che iniziò a lamentarsi del dolore e della sua mira-
    Venne il turno di MeiLing che, incrociando lo sguardo di Sakura le lanciò un'occhiata di complicità. Si voltò poi verso Amelie e prese sia il fucile che la pistola.

    - Prima di decidere voglio vedere come mi trovo ad impugnarli entrambe- Si giustificò.

    Non senza un po' di fatica per l'ingombro del fucile al quale non era abituata, si portò nella posizione nella quale aveva sparato Sakura qualche attimo prima.
    Prese in mano la pistola e cercò di seguire l movimenti di quella sfera. Poi la posizionò a terra, non convinta.

    - No, direi di no. Mi pare tu abbia detto che la gittata della pistola è 10 metri. Quell'affare è circa al doppio, e si allontana ancora di più. Già non so sparare di mio, non voglio aggiungere difficoltà. - Disse Mei, voltandosi verso Amelie.

    Imbracciò il fucile, che già aveva addocchiato in precedenza e iniziò a seguire i movimenti di quell'affare, osservandolo dal binocolino. Respirò profondamente cercando di ascoltare il proprio corpo. Sentiva l'aria entrare nei polmoni e dilatarli e una sensazione di calma la pervase, aiutandola a concentrarsi.

    - Uno...due...tre...quattro...cinque... - Contò mentalmente le volte che la palla tornava al centro di quell'ipotetico bersaglio disegnato a mezz'aria.

    Non le importava la velocità con la quale quell'oggetto si muovesse, le interessava solamente il tempo che passava da da quando la palla lasciava il centro, a quando ci ritornava. Ad un tratto, Mei smise di seguirla, focalizzando la sua attenzione solamente sul punto di arrivo.

    ...Sei ...sette...otto!- Poi lo sparò.

    Il boato rimbombò in tutta la zona, creando un'eco inconfondibile. Chi la avrebbe sentita probabilmente avrebbe confuso il tutto con una battuta di caccia.
    Poi la fitta al costato, dove aveva appoggiato il calcio del fucile. Non era abituata, anche se aveva già provato a sparare in precedenza.
    Il dolore era ampiamente sopportabile, ma non potè evitare di non fare una smorfia di fastidio.

    Si Appoggiò anche il fucile a terra, di fianco alla pistola, ai propri piedi e si mise ad osservarli.

    - Beh di certo devo imparare ancora molte cose. Ma credo che mi serva di più impratichirmi con questo... - Disse indicando con la punta del piede il fucile.

    - ...lo trovo più elegante. La pistola mi sembra più rozza, più indelicata...- Continuò.

    Alzò lo sguardo verso Amelie e verso Akira.

    Non voleva sembrare aggressiva, ma il tono era comunque fermo. Non le piaceva essere presa in giro, e quella situazione stava proprio dimostrando questo.

    - Sapete cosa trovo altrettanto indelicato? Che la persona che ci ha commissionato di proteggere voi due, sia la stessa che ha commissionato a quei sicari di farvi fuori. O meglio, di far fuori il tuo moroso e di catturare te, Akira. - Proseguì con tono fermo, rivolgendosi ad Akira.

    Mei era pronta ad una mossa di Amelie, anche se non era pienamente convinta che lei fosse al corrente della cosa. Di certo Akira non lo era. A meno di un congiura epocale a difesa del povero Kojiro.

    - Quei tizi che ci stavano seguendo nel bosco erano inviati di Raven. Ha commissionato loro di catturare te e uccidere il tuo uomo. Dubito sinceramente sia per la taglia, visto che credo non abbia problemi di soldi. Probabilmente nemmeno lui è d'accordo sul vostro rapporto, ma saggiamente ha approfittato delle taglie che il suo rivale ha forse incautamente messo in circolazione. - Mentre parlava muoveva la pistola con il piede. Sebbene si aspettasse armi nascoste ovunque, aveva appositamente allontanato due armi da Amelie, nel caso provasse a fare gesti avventati.

    - Ora vi dico il mio punto di vista. Io devo eseguire una missione. Cioè quella di proteggervi. E la quantità di cazzo che me ne frega di chi sia il mandante dei sicari, rasenta lo zero; così anche il motivo per il quale lo sta facendo, in fondo. Vuole mettermi alla prova? Ben venga. Vuole intromettersi nella vostra vita? Saranno cazzi che dovrete chiarire tra di voi. La cosa che non accetto è essere presa per il culo. Dunque la mia posizione non è cambiata rispetto a quella di prima. Rispetterò la mia missione, ma se siete a conoscenza di qualcosa che dovrei sapere, vi pregherei di mettermi al corrente. - Concluse, senza agitarsi.

    Mei immaginava che Raven stesse osservando, o ascoltando. Conosceva la sua potenza e non voleva attirarsi addosso un problema. Quelle parole sarebbero servite solamente per dimostrare la sua lealtà nonostante la presa in giro, e per sottolineare che lei non era una sprovveduta, e non voleva essere trattata come tale.
    Certo, voler dimostrare la sua lealtà non significava che fosse realmente leale. Come lui stava usando Mei per i suoi scopi, Mei avrebbe sfruttato Raven per conoscere notizie sul proprio fratello. Anche se la cosa era ormai stata palesata. Di certo la collaborazione le faceva comodo.
    Questo se Raven stesse ascoltando.
    Perche se non era in ascolto o in contatto con Amelie, probabilmente quelle parole avrebbero comunque mosso gli animi dei presenti, partecipi o vittime che fossero, di quella pantomima. Non era sua intenzione fare fronte comune contro quell'uomo, ma il teatrino del quale era venuta a conoscenza non l'aveva particolarmente gradito e in qualche modo voleva essere sicura che Raven lo sapesse.

    - Bene, ora che ho chiarito la cosa, continuiamo con gli allenamenti? - Disse sorridendo in modo innocente, come se tutto quello che aveva appena detto in realtà non fosse importante.

    CITAZIONE
    Stato fisico: Spalla leggermente indolenzita per il rinculo del fucile
    Stato mentale: Irritata dalla situazione e pronta ad una eventuale mossa avventata di Amelie o di Akira

    Forza: 32
    Resistenza: 34
    Velocità: 46
    Riflessi: 37
    Energia: 270

    Non avendo interpretato correttamente il mio attacco (evidentemente l'ho spiegato male), e avendo agito di conseguenza, ho bypassato una descrizione precisa lasciando tutto l'attacco un po' velato.
     
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    Primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame.

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    Le due giovani allieve impiegarono davvero poco a scegliere che arma usare per affrontare quella piccola sfida; Sakura optò per la pistola, mentre Mei decise di optare per il fucile di precisione. Si riservò la possibilità di provare ad impugnare anche la pistola e neanche dopo il breve confronto cambiò idea.
    L'idea di avere due allieve a cui insegnare i propri trucchi incuriosiva non poco la Vedova, sebbene volesse prima constatare le loro capacità, il loro essere degne di avere proprio lei come maestra.
    Akira ritornava, dopo tempo, ad utilizzare il suo amato Stynx, ma si poté subito notare come non avesse perso il suo magico tocco, dopotutto era una sua creazione. Le due giovani avrebbero potuto vederla premere alcuni tasti e poi rilassarsi, mentre osservava l'oggetto metallico eseguire in loop quella strana coreografia. La prima a sparare fu Sakura, la quale cercò di colpire nell'istante in cui lo Stynx avesse raggiunto la velocità più bassa. Troppo concentrata su quel particolare non fece troppo caso alla respirazione e alla postura da mantenere, finendo anche con l'impugnare l'arma in modo blando: mancò il bersaglio alla grande!
    Nessuna parola da parte della Vedova Nera, avrebbe dato il suo responso alla fine di tutta la prova.
    Poi fu il turno di Mei, molto più concentrata della sua compagna, sebbene sembrasse avere ben altro per la testa. Fece attenzione alla respirazione ed un po' meno alla postura, procurandosi un piccolo livido sul costato, dove aveva poggiato il fucile; mirò ad attaccare lo Stynx nell'istante in cui avrebbe arrestato il suo moto. Sfruttò la prevedibilità della sua traiettoria, ciò fece sorridere la sua maestra. Con un cenno del capo si rivolse ad Akira, la quale spostando lo sguardo verso l'alto, fece deviare lo Stynx qualche istante prima che il proiettile lo colpisse, deviando dalla sua traiettoria. Una mossa quasi subdola, ma che permetteva sin da subito di arrivare al nocciolo dell'allenamento.

    Molto bene, a quanto pare la nostra piccola Mei ha-

    Fu interrotta dalle parole della piccola Danaki, la quale aveva un bel po' di veleno da gettare sulle presenti e su chiunque fosse impegnato in quella missione. Non ci pensò molto prima di rivelare le sue carte, forse per trovare qualche certezza in più o per smuovere gli animi.
    La più sconvolta da quelle parole fu proprio Akira, la cui espressione attonita venne accompagnato da un tremore di rabbia che attraversò tutto il suo corpo, scuotendola da capo a piede.
    Amelie rimase impassibile, fredda e distaccata, con il suo sguardo penetrante che si spostava dall'una all'altra bambina... entrambe avrebbero potuto capirlo, non stava neanche provando a nasconderlo: ad una sola mossa falsa, lei avrebbe agito, le avrebbe attaccate.

    Come osi! Accusare mio nonno di aver messo in atto un piano così subdolo solo per farmi ritornare da lui?! Dopo quello che è successo...
    Dove hai recuperato queste informazioni? Sei sicura siano veritiere? Che prove hai? Prima di formulare accuse del genere ci penserei dieci volte... anzi, trattandosi di Rave ci penserei anche cento volte!
    Inoltre... ti consiglio di moderare il linguaggio in mia presenza...


    L'ultima frase fu forse la più tagliente di tutte, peggio di una lama lasciata scorrere dietro la schiena.
    La distanza che Separava Mei da Amelie era di circa 7m, il fucile lasciato a terra si trovava a 2m dalla cecchina; Sakura si trovava dietro la Danaki, a 9m dalla "Vedova". Akira era posizionata alla destra di Amelie, ad 1m di distanza.
     
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    Mentre procedo nella presa dell'arma, mostrando a coloro che posano lo sguardo sulla mia figura minuta ed emaciata un leggerissimo, quanto molto labile, disgusto, forse per il solo fatto che quella scena che mi si prospetta davanti ha già un chiaro epilogo, una mostra d'arte del mio fallimento, non conoscendo nemmeno le basi, dove e come partire, né tanto mento come approcciarmi a quell'oggetto che adesso tengo stretto nella mia mano, sento i passi dell'altra ragazzina giungermi dietro le spalla e quel sussurro che viene portato dalle sue labbra mi strappa un brivido caldo lungo la schiena, tanto da farmi tremare leggermente e scuotermi da una sensazione di leggero piacere. Ihihihih. Quanto sei dolce! Sto ovviamente dissimulando un discorso d'amore, ma semplicemente non capisco cosa voglia intendere, almeno da principio, quindi capisco una solerte proferta di passione, nella mia testolina decisamente fanciullesca da risultare quasi ridicola. Naturalmente non escludo ogni eventuale situazione, ma il primo impatto, lasciandomi trasportare da quegli abbracci scambiati precedentemente, mi lascio cullare da una sorta di desiderio intrinseco nella mia persona, sempre alla ricerca di coccole e carezze, come si confà ad una ragazzina che non è mai riuscita a crescere e che, anche nel carattere, molte volte, appare una perfetta fanciullina. Quelle parole non manco certo di celarle, anche perché possono lasciare intendere, alle spettatrici di quella sequela, qualcosa di molto intimo e carezzevole, in esatta contrapposizione con la realtà delle cose e della loro natura che, presto, assumono forme tutt'altro che liete.
    Senza alcun ombra di dubbio il mio colpo non vede nemmeno lontanamente l'oggetto volante e sinceramente nemmeno ho sperato che lo colpissi, sono proprio una frana con le armi da fuoco e ora, in quel momento, più che mai, mi rendo conto che la mia negazione sia probabilmente qualcosa di molto congenito agli insegnamenti magistrali che mi sono stati imposti nel dojo dove mi sono allenata. D'altronde io stessa non vedo onore nell'impugnare tali armi, non trovo nemmeno la minima ragione per farlo, dovendomi trovare in lotta con il mio avversario se volessi attivare l'oscuro potere derivatomi dall'ingerimento del demoniaco frutto. Tuttavia sono quelle motivazioni, in una dicotomia di contrapposizione, a farmi avvicinare a quelle portatrici di morte e di dolore, forse la necessità di contrastarle in uno scontro e di riuscire a muovermi per evitare i proiettili o defletterli in qualche modo. Sono le uniche motivazioni che mi spingono a provare o ad impugnarle, per quanto abbia largamente dimostrato di non essere all'altezza del loro utilizzo. Non me ne faccio comunque un cruccio e lascio quindi alla mia antagonista nell'allenamento di esprimere la sua esibizione, prima nella scelta delle armi, naturalmente.
    Sin dal primo momento, lasciandomi cullare dal bene della vista nell'analisi accurata delle movenze altrui, ne ascolto i ragionamenti con molta attenzione, non volendo comunque usare ancora quell'arma, cerco di poggiarla al suolo flettendomi leggermente con il busto. Intanto lo sguardo non si sposta dall'altra fanciulla, lasciandomi cullare dai suoi movimenti e dalla postura da lei assunta, forse riesco a capirci qualcosa vedendo qualcun'altro farlo, così mi dedico ad uno studio solamente preliminare.
    Il boato che ne consegue, tuttavia, è abbastanza forte dal far vibrare le note nel mio corpo, scuotendomi completamente e lasciandomi con un tremolio decisamente negativo. Pyoooon! Un'altro dei miei versi buffi, uno strillino dalle bassissime tonalità, trattenendo un modo di dissenso e storcendo le labbra per far notare, palesemente, il mio disappunto. Un po' presa alla sprovvista, non riesco proprio ad abituarmi a quel rumore, pochi ne ho sentiti nella mia vita e, forse quello è il secondo escludendo il mio, quindi mi risulta molto fastidioso. Non sono certamente una ragazza vissuta, ho certo avuto le mie vicissitudini e le mie disavventure passate, ma mia madre ha sempre cercato di tenermi lontana dai pasticci e sotto la sua ala protettrice, ne consegue che, togliendo la prima infanzia con il mio genitore maschile che personalmente ho ucciso senza rimpianti, ho vissuto in un'ambiente casalingo molto caldo, nell'assenza di mio padre ovviamente.
    In ogni caso, portando le mani chiuse a pugno proprio sui fianchi e mostrando il mio disappunto, metto praticamente il broncio, assumendo nuovamente quell'espressione tanto buffa quanto carina, non riuscendo ad essere seria nemmeno in quelle circostanza. Uffiiiiii! Non è giusto. No no no! E poi cosa ci sarebbe di elegante nelle armi da fuoco? Non riesco proprio a capirlo. Uffiiiiiii! E gonfio le guancette facendo sporgere il labbro inferiore, nel chiaro intento di enfatizzare scenicamente il mio cruccio.
    In quella circostanza, comunque, i miei sentimenti cominciano a virare come trasportati da un vento improvviso in direzione opposta. Il cipiglio che compare sul mio viso esprime allo stesso tempo la mia sorpresa nell'udire le parole che vengono pronunciate dall'altra ragazza. Non riesco proprio a dissimulare il mio stupore all'improvvisa reazione e alle parole che, come un fiume impetuoso, vengono quasi vomitate dalla sua bocca verso le altre ragazze, solo al concludersi delle quali, in preda a quella strana alternanza caratteriale che denoto in lei, mi lascio sfuggire un commento a voce alta, troppo presa da un moto misto a divertimento e confusione. E lei era quella che fino a qualche secondo fa parlava di eleganza tra pistole e fucili... In modo molto spontaneo, nel modo analogo di come mi è uscito il verbo di quel commento, alzo entrambe le braccia per posare entrambe le mani sulle labbra, come a volerle tappare. Ihihihihih. Scusate. Un po' imbarazzata sorrido ampiamente, mostrando comunque un po' di risentimento per ciò che ho elargito, ma non me ne pento sinceramente, è solo un modo per esternare i miei sentimenti e non sono affatto la persona più adatta a reprimerli, ma questo ormai appare sin troppo chiaro.
    In realtà anche io sono molto curiosa di sapere cosa si cela dietro tutto quel trambusto ed è davvero l'unica cosa che mi muove, oltre al fatto di poter imparare cose nuove e poter spupazzare Mei come più mi aggrada. Non è che abbia poi chi sa quali secondi fini, non mi interessano le trame che si tessono dietro quelle persone, allo stesso tempo mi preoccupo più per la mia incolumità al momento, dato che può essere messa a repentaglio da quell'uscita, un po' triste a mio avviso, dell'altra ragazza.
    A farmi tornare alla realtà sono le prime parole di Akira, che mi impongono a muovere le grandi iridi rosse in sua direzione, un po' preoccupata per lei a dire il vero, non mi piace l'idea che venga separata dall'amore della sua vita, ma altrettanto non voglio rimetterci la pelliccia per qualcosa di non considerato. Non credo che Mei-Chan voglia "osare" qualcosa, Akira-Chan. No no no. Alzo le mani e cerco di virgolettare quella singola parola. Però vorrei capire anche io cosa sta succedendo. Si si si. Sono curiosaaaaaa! Allora le parole della "Vedova nera" mi raggiungono come un colpo nello stomaco. Forse c'è qualcosa che non ho valutato attentamente, avrei dovuto pensarci prima, proprio quando ho interrogato An-Cha, l'orsacchiotto che, seguendo i miei ordini, si trova ancora a poca distanza dall'ingresso dell'abitazione e non si è allontanato minimamente. Avrei dovuto farmi spiegare la circostanza in cui sono stati ingaggiati e come fa ad essere a conoscenza dell'identità del mandante. Sono stata stupidina infatti, ho preso la cosa con leggerezza, ma a questo si può porre rimedio, non sembro proprio preoccupata, tanto ormai il dado è tratto non si torna indietro.
    E' proprio l'altra piccoletta a volgersi verso di me e mi dice: Sakura, chiama la tua fonte. Al ché faccio un profondo sospiro scuotendo il capo con frenesia. Io sono certamente impetuosa, ma tu non mi vedi proprio. No no no. E ti ho detto di chiamarmi Sakura-Chan. Si si si! Per quanto pronuncio tale commento, mostrandomi abbastanza risentita per il nome, non credendo che sia il caso di obiettare, cerco di volgermi in direzione del pupazzo alzando la voce in modo tale che mi possa sentire. An-Chan! Vieni qui! Ordino categorica con la mia vocina sempre acuta e solare, mostrando comunque una sorta di felicità nell'espormi e nel muovere le fila di quel burattino sotto il mio giogo. D'altronde lui non può che obbedire ad ogni mio capriccio, non devo fare altro che chiedere e ordinare, ogni mia parola è un ordine imperativo a prescindere dalla sua volontà e dai suoi desideri, ormai mi appartiene. Quindi, non appena egli si avvicina lentamente lo guardo con attenzione, con i grandi occhioni rossi che si immergono in quelli di lui da peluche, un orsacchiotto coccoloso trasformato come meglio ho ritenuto opportuno, ma in realtà ho soltanto seguito il mio capriccio del momento. Allora An-Chan, voglio che tu dica il motivo per il quale eri nel bosco con i tuoi amichetti. Chi ti ha mandato e soprattutto in che modo si è messo in contatto con voi. Cerco di essere più specifica in ciò che chiedo, soprattutto perché è mio desiderio capire esattamente il mandante in questione e perché mai il nonno di Akira ha organizzato tutta quella messa in scena. Subito dopo però è mio chiaro intento analizzare attentamente le reazioni delle due ragazze, cercando di analizzarne gli sguardi e ciò che esprimono, per farmi una chiara idea di come possono prendere quella informazione, non vorrei essere additata di tradimento o cose simili, d'altronde mi trovo in quella situazione solo per mia volontà e i fini non sono nemmeno quelli di mettere le mani sopra le loro taglie, almeno non al momento.
     
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    Mei si lasciò trasportare, forse troppo, dalle sue stesse parole. Voleva fare breccia tra gli animi di quelle due ragazze, non tanto per tirarle dalla sua parte, lei non aveva propriamente una "parte", ma le interessava capire cosa esse sapessero e da che parte stessero. Di certo una mossa azzardata, forse prematura, ma sentiva che giocare a carte scoperte, in quel momento, poteva essere in qualche modo sfruttato a suo vantaggio. Se quelle due avessero voluto attaccare, sarebbero state da sole. Se la cosa fosse uscita tempo dopo, forse, la situazione sarebbe stata peggiore.
    in fondo al suo cuore, Mei sperava che quelle due tizie non sapessero nulla della congiura e che in qualche modo fossero quasi grate alla piccola collega per una rivelazione tanto importante, e pericolosa. Ovviamente la sua altro non era che una dimostrazione di forza, seppur relativa. L'unica cosa che le interessava davvero era far sapere a loro e a Raven che aveva tra le sue fila una ragazzetta che sapeva il fatto suo, migliore di molti tirapiedi senza cervello nè spina dorsale.
    Purtroppo per Mei Ling. le sue parole sortirono un effetto piuttosto negativo.
    Amelie si oscurò, non finendo nemmeno la frase che aveva iniziato. Il tono di Mei forse era risultato più aggressivo di quanto avrebbe voluto; in effetti un po' agitata, in fondo, lo era.

    Ci fu un attimo di silenzio, nel quale la piccola Danaki e Amelie si fissarono, intensamente. Sakura era poco distante da loro, ma Mei non le stava prestando attenzione, troppo attenta ad ogni movimento possibile di Amelie, immaginando fosse la più pericolosa delle due, vuoi per il ruolo ricoperto, vuoi perchè aveva visto cosa era in grado di fare.
    Poco più di cinque metri d'aria sembravano un muro pesantissimo fatto dal silenzio che Mei aveva fatto scendere poco prima.

    - Avanti...dì qualc....- Non riuscì a finire nemmeno il pensiero.

    Una voce squarciò il silenzio con violenza, con rabbia.
    Akira, sentitasi punta sul vivo si gonfiò d'ira ed iniziò ad inveire verso Mei, che aveva deliberatamente e per nulla velatamente attaccato la sua famiglia. Un affronto non da poco. Mei immaginava che la reazione sarebbe stata simile.

    - Come osi! Accusare mio nonno di aver messo in atto un piano così subdolo solo per farmi ritornare da lui?! Dopo quello che è successo...- Disse a gran voce puntando il dito addosso a MeiLing.

    - Dunque è suo nonno. Bene, una notizia in più. - Pensò Mei.

    Sapeva che Akira non le avrebbe assolutamente creduto, come in fondo Amelie, e si aspettava anche che fugasse quell'idea con tutte le sue forze. Ma non era il suo parere che interessava alla giovane kunoichi. Se loro erano li per proteggere Akira, significa che costei non sarebbe stato un enorme problema, nel caso si fossero scaldati gli animi. Mei osservò solo un attimo la tizia che le stava urlando contro. Il suo sguardo era freddo, impassibile, ma non crudele. Immaginava che una frase del genere avrebbe spezzato l'animo di qualsiasi persona legata alla propria famiglia, soprattutto caduta come un fulmine a ciel sereno.

    - Non ti devi preoc...- Fece per rispondere Mei, ma Amelie prese la parola, non curante del fatto che Mei stesse iniziando a parlare.

    Evidentemente aveva avuto bisogno di qualche secondo per elaborare la cosa, per capire cosa dire, per capire se in fondo un po' di verità ci fosse dietro le parole di una bambina che, così inaspettatamente si era messa a nudo, consegnando una metaforica spada a loro due, da utilizzare contro di lei.
    - Dove hai recuperato queste informazioni? Sei sicura siano veritiere? Che prove hai? Prima di formulare accuse del genere ci penserei dieci volte... anzi, trattandosi di RaveN ci penserei anche cento volte!
    Inoltre... ti consiglio di moderare il linguaggio in mia presenza...
    - Parole sagge, dette con una freddezza tagliente e con una tranquillità da far gelare il sangue.

    La tensione era palpabile e un brivido freddo calò dalla tempia di MeiLing. Amelie non aveva tutti i torti, la sua era stata una mossa azzardata, forse troppo. In fondo non poteva sapere se quella tizia non fosse addirittura la figlia di Raven. O in qualsiasi caso, non poteva sapere quanto affetto provasse per lui.
    Mei fece un respiro, per allentare la tensione.

    - Il fatto che stia facendo domande è un buon segno. Significa che in fondo considera la cosa possibile. Fosse stata assolutamente certa delle intenzioni di Raven avrebbe agito d'impulso come Akira. Perfetto. - Pensò, mascherando un leggerissimo sorriso.

    Si fissò le unghie, aggrottando la fronte, ma la voce squillante di Sakura bloccò sul nascere il discorso che Mei voleva portare avanti.

    - Non credo che Mei-Chan voglia "osare" qualcosa, Akira-Chan. No no no. Però vorrei capire anche io cosa sta succedendo. Si si si. Sono curiosaaaaaa! - La piccola era ovviamente intervenuta in suo soccorso. In fondo sapeva che quelle notizie arrivavano da lei, e Se Mei stava rischiando il culo, beh lei stava facendo altrettanto.

    Il suo solito modo di fare alleggerì leggermente la tensione, cosa decisamente utile in quelle circostanze.
    Mei la guardò e con tono fermo, quasi perentorio, disse:
    - Sakura, chiama la tua fonte!-

    Sakura scosse il capo sbuffando sonoramente .

    - Io sono certamente impetuosa, ma tu non mi vedi proprio. No no no. E ti ho detto di chiamarmi Sakura-Chan. Si si si - Sakura non si smentiva, nemmeno in quel frangente.

    Poi, osservando l'ingresso dello chalet, dove il suo pupazzo sembrava far la guardia, fermo immobile, urlò:

    -An-Chaaan! Vieni qui! - il pupazzo senza obiettare si voltò verso Sakura e iniziò a zompettare goffamente verso di lei. Era buffo, ma era probabilmente una buffa chiave di salvezza.

    Osservando il giocattolo muoversi, domandandosi ancora quanto strano fosse il mondo, Mei si voltò nuovamente verso Amelie e Akira e disse, con toni più calmi rispetto a quelli precedenti:
    - Immagino che tu abbia seguito la scena da lontano, Amelie. Nel bosco, intendo. Sai bene che è stato Raven stesso a volere Sakura insieme a me, per questa cosa. Ha preso la decisione dopo aver visto i suoi poteri. Pare ne sia rimasto stupito.... - Disse sorridendo, a sottolineare quanto stupefacente fosse quel potere.

    - Ho pensato un po', a questa cosa. Penso che la nostra Sakura...chaaaan...- Disse voltandosi verso Sakura, enfatizzando volutamente il suffisso. - ...sia totalmente affidabile, perchè in fondo è del tutto esterna a questa faccenda. E' giunta dopo che Reileen ha steso quei tizi, non era insieme a loro. Le possibilità che siano in qualche modo collegati tra loro sono infinitesimali. Inoltre proprio Raven si è fidato di lei, significa che non aveva motivo di dubitare della cosa. Questo può voler dire tante cose. Inoltre, c'è da considerare che Raven si è interessato a lei dopo che ha visto il suo potere, ma quello che nessuno sapeva è che le persone trasformate, mantengono la loro memoria. O per lo meno così mi ha detto....- Continuò in modo pacato, provando a dare adito ai dubbi che poteva ad aver insinuato nella mente delle due ragazze.
    -...Io son convinto che tuo nonno ti ami, Akira. E che voglia il meglio per te. Ma ti senti davvero di escludere completamente il fatto che neanche lui voglia il tuo legame con Kojiro? In fondo si tratta anche di affari. In qualsiasi caso, come ho detto, sarà mia premura prendermi cura di te, chiunque venga ad attaccarci. - Disse rivolgendosi ad Akira, cercando in qualche modo di farla ragionare e tranquillizzarla.

    Poi si voltò verso Sakura facendole un cenno con il capo.

    - Allora An-Chan, voglio che tu dica il motivo per il quale eri nel bosco con i tuoi amichetti. Chi ti ha mandato e soprattutto in che modo si è messo in contatto con voi- Ordinò la ragazza al suo schiavetto,

    - Bene. Speriamo che questa cosa vada a buon fine. - Pensò Mei, osservando nervosamente Akira, ma soprattutto Amelie.
     
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    Primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame.

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    La tensione stava aumentando, così palpabile da poter essere tagliabile con un coltello. Lo sguardo freddo e pungente di Amelie si poggiava su una e l'altra bambina. Sembrava aver perso l'iniziale volontà intimidatoria, ora era ben più concentrata ad ascoltare ciò che avevano da dire. Impossibile dire se avesse cambiato atteggiamento perché titubante riguardo le reali motivazioni della loro presenza lì o se per altre ragioni. Benché Akira continuasse a dimostrare di essere molto emotiva, non proferì altre parole, sebbene morisse dalla voglia di farlo, i suoi occhi lucidi e le guance arrossate ne erano la prova. Gli occhi di Amelie si strinsero come fessure nel momento in cui l'orsacchiotto si avvicinò per poter parlare con loro riguardo ciò che sapeva.
    An-chan rispetto alla volta precedente in cui Sakura gli aveva fatto domande simili, sembrava molto meno titubante e più deciso nel parlare.

    Eravamo nel bosco per catturare Akira Tanaseda ed uccidere Kojiro Hayase. Siamo stati avvicinati da un uomo di mezza età, vestito con un completo elegante. Ha detto di essere Raven, Gintaro Tanaseda e ci ha detto di procedere con l'attacco. Il gruppo a cui appartengo li seguiva da quando sono scesi dalla nave-

    Si zittì di colpo, parlare gli risultava così spontaneo ora, ma stava dicendo troppo.
    La prima a parlare fu Amelie, un ghigno comparve sul suo volto.

    Come mi aspettavo... le cose sono due, voglio escludere che voi siate così stupide da poter pensare di aver qualche speranza contro di me dopo aver realizzato un piano del genere. La prima possibilità.

    Disse alzando l'indice della mano destra.

    Quel pupazzo vi sta mentendo e siete cascate nella sua trappola.

    Alzò anche il medio.

    La seconda possibilità: lui ed il suo gruppo sono stati ingannati da qualcuno che si è spacciato per Raven. La cosa più probabile dal momento che-
    Mio nonno non è né un uomo di mezza età né va in giro con completi eleganti. Chissà cosa sarebbe successo se Rei avesse sentito queste stupidaggini.

    Avrebbe infine concluso Akira. Come avrebbero preso la notizia le due bambine? Erano state davvero ingannate dall'orsacchiotto oppure le due adulte non riuscivano a vedere la situazione che si era palesata dinanzi ai loro occhi?

    Ci sono cose che non potete sapere, né avete diritto di conoscere, pertanto non agite come se sapeste tutto.

    Concluse Akira, togliendosi gli occhiali e rientrando in casa; lo Stynx la seguì.

    A quanto pare il nostro allenamento è concluso.

    A quel punto con un movimento veloce imbracciò il fucile rimasto a terra, fu così rapida da mettere spavento; il fucile sembrava essere stato attratto dalle sue mani distese. Mirò alla testa di Mei, si trovavano a circa 10m di distanza.

    La tua idea era stata giusta... mirare quando il percorso diventa prevedibile, quando l'obiettivo è più vulnerabiel.

    Il dito scivolò sul grilletto. Gli occhi della cecchina erano come due fessure, puntavano un solo punto, vedevano uno schema con un'unica soluzione possibile.

    Ma non sempre l'obiettivo sarà fermo e vulnerabile. Imparate a leggerlo, a seguirne ogni movimento, a prevedere ogni reazione. Se l'occasione non arriva dovete crearvela... anche il passo verso la salvezza può condurre alla morte.

    Un ultima lezione molto intensa. Al termine di quel discorso la donna avrebbe sorriso ad entrambe; un sorriso quasi accennato, ma che lasciava trasparire la glaciale tranquillità della donna.

    Akira aveva ragione. Rei è la persona più fedele a Raven che io conosca, un'illazione simile in sua presenza avrebbe firmato la vostra condanna a morte. Fate attenzione al vostro pupazzo, non voglio più vederlo muoversi in giro liberamente. Potete rilassarvi un po' se volete, ma non allontanatevi.

    A quel punto, anche lei sarebbe rientrata in casa, lasciando il fucile sulla panca.

    Quasi dimenticavo... sistemate le armi nella botola, si chiuderà da sola quando avrete finito.

    CITAZIONE
    Allenamento Concluso! A voi una scelta:
    Apprendimento di un'abilità per il combattimento a distanza con armi da fuoco al costo di 30 EXP!

    O

    Ottenimento 25 Punti Esperienza Posseduta (NON si aggiunge all'esperienza totale)
     
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    La situazione non è certo delle migliori e nemmeno sono molto contenta del modo in cui la piccola Mei ha gestito tutta la questione, non mostra alcun segno di previdenza, sembra impetuosa e poco incline alla ragione. Posso chiaramente sbagliarmi, ma certo non si è dimostrata una cima in tal caso; ciò mi fa riflettere attentamente sull'effettiva fiducia che posso riporre nei suoi confronti e non intendo certamente il termina "fiducia" nel senso più stretto, ma l'apparire che si mostra alla mia esperienza empirica vuole proprio mostrarmi come debba agire in modo più previdente, un insegnamento che spero non mi costi troppo caro. Il problema attualmente non è soltanto l'inferiorità di forze o il voler o meno contrastare quelle due ragazze in caso di scontro, ma cercare assolutamente di evitare un contrasto belligerante, mi conosco abbastanza bene da esser cosciente di non avere molte forze a mia disposizione, l'allenamento mi ha portato via molte energie, ho voluto strafare per soverchiare il nemico e adesso mi trovo a corto di potere. Devo sicuramente dosare bene quel che mi resta ed evitare di scendere nuovamente in battaglia. Spero che An-Chan non abbia brutte sorprese da riferire, non gli ho chiesto tutte le informazioni di cui ho bisogno e infatti sembra che abbia qualcosa d'aggiungere in merito.
    Mentre l'orsacchiotto si avvicina, infatti, non posso fare a meno di ascoltare le parole che vengono pronunciate dall'altra bambina, oggetto di coccole e abbracci; al momento sembra cercare di rimediare al suo errore esprimendo con una precisa dialettica logica il suo punto di vista, cosa che ascolto con attenzione e analizzo parsimoniosamente. Interessante Ihihihihih. Penso nella mia testolina bacata. Ha capito il suo errore d'impetuosità e adesso sta cercando di rimediare. Sicuramente un gesto apprezzabile, ma se questa situazione non va a buon fine qui ci lascio io la pelliccia d'orsacchiotto. Spero solo che An-Chan non abbia altre sorprese... Rifletto attentamente sulla questione, lasciando che le grandi iridi rosso fuoco passino tra la piccola e la cecchina. L'aria diventa pesante, l'ansia palpabile, la tensione cresce a dismisura; sento il peso dell'aria che cresce tanto da causarmi una leggera risata nervosa, come a voler smorzare quel sentimento così glaciale. Ihihihih. Non è certo il momento di mettersi a ridere, ovviamente, ma non riesco a trattenermi, odio quelle situazioni e il solo fatto di trovarmici di mezzo mi stronca l'anima e affligge il mio spirito, quindi non riesco proprio a starmene zitta, sono solo una bambina, quindi me ne infischio bellamente di cosa possono pensare le persone che mi circondano.
    Intanto ecco che il pupazzo si avvicina e comincia a parlare, aggiunge soltanto qualcosa al racconto che già conosco, che precedentemente mi ha elargito mentre abbiamo camminato nei crepacci della montagna. Adesso però, al contrario, non riesco a fare a meno di riflettere sul suo silenzio, proprio sul fatto che si blocchi di colpo e sembra avere delle restrizioni ad esporre tutto il racconto. Non riesco a togliermi dalla testa questo pensiero, lui dovrebbe essere totalmente sotto il mio controllo, quindi rispondere alle mie domande senza restrizione è una sua prerogativa, conosco abbastanza bene il mio potere, quindi non capisco il motivo di tanta segretezza da parte sua. Adesso però non è il momento di proseguire su questa linea logica, non posso continuare a rimuginarci sopra, non in questa circostanza. Non è il momento. Parlerò con An-Chan dopo. Adesso vediamo la loro mossa... Cosa che giunge come un tuono da Amelie che subitamente prende la parola e comincia ad esporre il suo punto di vista.
    La interrompo subito, non lascio che finisca di esporre la sua teoria, al primo punto batto sonoramente il piè dritto al suolo, causando un sonoro *TAC* che si propaga nell'etere; le guance si gonfiano mostrando nuovamente il musetto imbronciato, come una bambina che sta facendo i capricci. Uffiiiiiiiiii! An-Chan non può mentire! No no no... Alzo le braccia e le intreccio all'altezza del petto. Il mio potere lo mantiene sotto il mio costante contratto, le parole che ho pronunciato durate la trasformazione mi consentono di controllarlo a mio piacimento. Immagino che tu l'abbia ascoltate! "Vedova nera". Non è certo una domanda. Non può fare del male a me o ai miei alleati, a meno che io non gli ordini il contrario. E' un mio burattino ormai, perciò sono sicura delle parole che dice e per quello stesso motivo che ho avuto dei dubbi riguardo alla missione. Si si si. Muovo freneticamente il capino così da poter mimare diversi cenni d'assenso, restando sempre fedele al mio carattere decisamente estroverso e non sembro nemmeno tanto.
    Lascio comunque che l'altra finisca di esplicitare il secondo punto che, ai miei occhi, risulta molto più probabile di quanto non fosse il primo, d'altronde è molto probabile che il mio giocattolo sia stato manovrato come un burattino ancor prima di diventarlo. Non posso però fare a meno di guardare Akira, con un sorriso malinconico stampato sul volto, forse mi ricorda tanto me qualche anno addietro, non certo perché sono vecchia, ma per come mio padre si è sempre comportato. Forse devo parlarle. Però temo cosa potrebbe accadere... Mentre sto fantasticando questi pensieri è lei a prendere la parola, interrompendo prontamente anche l'assassina seriale, dopo si avvia verso l'ingresso dello Chalet, ma io cerco di rivolgerle la parola, alzando la vocina e sorridendo leggermente. Ma io sto agendo proprio come se non sapessi nulla, Akira-Chan. Le spiego con tono pacato e amichevole, cercando comunque di mantenere un contegno in base alla situazione. Così la lascio andare senza aggiungere altro, stringendo leggermente i pugni e ponendo lo sguardo verso il basso. Tuttavia è un fulmine a farmi scattare, Amelie che si fionda verso la piccola Mei e le punta l'arma alla testa. Il braccio dritto prova a scattare verso l'impugnatura del mio ferro, tuttavia mi blocco prima di raggiungerlo, capendone la potenzialità soverchiante. Solo quando lei finisce di parlare, senza mai perdere il mio volto solare, come se la cosa non mi sconvolgesse più di tanto, data anche la fama che si porta dietro, schiudo le sottili labbra e comincio la mia illazione. Un altro insegnamento che devo imparare. Ihihihih... Faccio una leggera pausa come a lasciare un alone di mistero. Cerca di farti gli affari tuoi la prossima volta. E saccentemente muovo il capo in diversi cenni verso il cielo.
    Attendo che ella penetri all'interno del casolare, così da potermi rivolgere verso l'altra bambina. Mei-Chan credo vivamente che dovresti imparare la beata "Attesa"... Comincio a spiegarle, mentre un leggero sospiro esce dalle mie labbra. Io non capisco nulla di spionaggio, sono una combattente di prima linea. Però non credo che con la fretta e l'impetuosità si possano raggiungere dei risultati. Non mi hanno convinto però... Scuoto il capo con frenesia, quindi mi rivolgo verso il pupazzo che si trova a poca distanza da me. Dimmi tutta la verità! Cos'è che mi stai nascondendo? Lo guardo in quegli occhi a forma di bottoncini, così da poterlo scrutare attentamente. Ci sono altre persone del tuo gruppo che potrebbero venire ad attaccarci? Le mie domande risultano imperiose, quasi categoriche, come se non volessi alcun tipo di replica da parte sua.

    Io prenderei i 25 punti esperienza.
     
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    L'orsacchiotto trotterellò in mezzo alle quattro ragazze e, incalzato da Sakura iniziò a parlare. La sua voce era soffice e morbidosa come il suo aspetto, apparentemente innocuo.

    -Eravamo nel bosco per catturare Akira Tanaseda ed uccidere Kojiro Hayase. Siamo stati avvicinati da un uomo di mezza età, vestito con un completo elegante. Ha detto di essere Raven, Gintaro Tanaseda e ci ha detto di procedere con l'attacco. Il gruppo a cui appartengo li seguiva da quando sono scesi dalla nave- Come un automa iniziò a parlare, non omettendo flessioni della voce.

    Dava sempre più l'idea di essere si uno schiavo, ma di quelli consapevoli, come se il potere di Sakura non fosse una forza misteriosa che obbliga la vittima nei suoi movimenti, ma un giogo pesante e allo stesso momento sottile che guida la mente inconsapevole del soggetto.
    Conturbante.

    Mentre An-Chan esponeva la sua tesi, Mei iniziò a pensare al modo in cui quel potere avrebbe potuto esserle utile, un giotno.
    - Purtroppo mi pare di aver capito che nessuno possa ricordarsi di chi fosse prima di essere trasformato. In realtà non si può nemmeno ricordare che quella persona esistesse. In effetti io non ho memoria di chi potesse essere prima di diventare un pupazzo, non ricordo nemmeno di averlo visto cadere dall'albero. So che è così, perchè Raven, che osservava la scena, sembra aver avuto modo di constatare la cosa. Forse, osservando attraverso degli schermi, si può scoprire il trucco di magia che sta dietro a questa illusione. In qualsiasi caso, il fatto che non possa essere usato per rapire persone e richiedere riscatti, lo rende di più difficile utilizzo per quanto riguarda i miei scopi...- I suoi pensieri furono interrotti, dal silenzio improvviso dell'orsacchiotto.

    Un'anomalia. Le interessavano le anomalie.
    Prima così lascivo a raccontare e poi, d'un tratto ammutolito. Che fosse Sakura ad aver zittito mentalmente quelL'orso, poteva essere una ipotesi. Non aveva idea fin dove arrivasse quel potere. Oppure avrebbe potuto essere Amelie o Akira stessa ad aver interrotto in qualche modo le sue parole, sebbene a Mei parve strano. Aveva intuito da Sakura stessa che le limitazioni a quel potere dipendessero esclusivamente dalla sua volontà.
    Fece finta di nulla e ascoltò Amelie, che prese la parola.

    -Come mi aspettavo... le cose sono due, voglio escludere che voi siate così stupide da poter pensare di aver qualche speranza contro di me dopo aver realizzato un piano del genere. La prima possibilità....Quel pupazzo vi sta mentendo e siete cascate nella sua trappola!- Il suo tono di superiorità era giustificato. Anche Mei sapeva che non ce l'avrebbero fatta contro di lei.

    Volle lasciarla finire, visto che anche lei aveva avuto modo di argomentare i suoi dubbi, ma Sakura non fu dello stesso parere.

    - Uffiiiiiiiiii! An-Chan non può mentire! No no no...Il mio potere lo mantiene sotto il mio costante contratto, le parole che ho pronunciato durate la trasformazione mi consentono di controllarlo a mio piacimento. Immagino che tu l'abbia ascoltate! "Vedova nera". Non può fare del male a me o ai miei alleati, a meno che io non gli ordini il contrario. E' un mio burattino ormai, perciò sono sicura delle parole che dice e per quello stesso motivo che ho avuto dei dubbi riguardo alla missione. Si si si. - Un fiume di parole inondò il discorso. Sakura era orgogliosa del suo giocattolo e si sentiva evidentemente punta sul vivo se qualcuno avesse provato a sminuirlo.
    Quel giocattolo, il potere del frutto, ovviamente, le dava il pieno controllo di ciò che trasformava e la sola idea che non potesse aver pieni poteri su di esso la infastidiva non poco.

    - Maniaca del controllo, dunque. Bene. - Pensò MeiLing, che approfittava di ogni situazione per estrapolare informazioni.

    Amelie osservò la ragazzina, forse un po' stizzita per non essere stata in grado di finire il discorso; imperterrita riprese a parlare.

    - La seconda possibilità: lui ed il suo gruppo sono stati ingannati da qualcuno che si è spacciato per Raven. La cosa più probabile dal momento che...-- Evidentemente non era destino che finisse il suo discorso, visto che venne interrotta da una Akira che aveva provato a trattenere la rabbia, senza riuscirci.

    - Mio nonno non è né un uomo di mezza età né va in giro con completi eleganti. Chissà cosa sarebbe successo se Rei avesse sentito queste stupidaggini...Ci sono cose che non potete sapere, né avete diritto di conoscere, pertanto non agite come se sapeste tutto. - Disse in modo concitato, alzando il tono della voce.

    - Interessante. - Pensò Mei, senza dire nulla.

    Fu Sakura a provare a parlare ad Akira, che nel frattempo si era tolta gli occhiali e, seguita da quello strano oggetto volante, prese la strada per l'ingresso dello chalet.

    -Ma io sto agendo proprio come se non sapessi nulla, Akira-Chan - Il suo tono si era calmato, rispetto al velato fastidio che esprimeva dal discorso di prima.

    Le bambine si distrassero, osservando Akira che, dando le spalle a tutti, procedeva a passo stizzito verso casa. Mei non fu in grado di vedere il movimento di Amelie che approfittò della distrazione per recuperare, fulminea, il fucile a terra.
    Lo puntò a qualche metro di distanza, verso Mei. In quel momento sentì un fremito di paura assalirle le gambe.

    -A quanto pare il nostro allenamento è concluso.- Esclamò in quel momento.
    Mei non riuscì a capire quanto fosse veloce quella tizia. Non aveva capito se aveva iniziato a parlare prima di avere il fucile in mano o dopo, fu confusa per un attimo. La rapidità di Sakura, in confronto era nulla. Si rese conto di essere ancora un pesce molto piccolo.

    -La tua idea era stata giusta... mirare quando il percorso diventa prevedibile, quando l'obiettivo è più vulnerabiel.- Continuò la vedova nera.

    MeiLing aveva gli occhi fissi sul fucile, e il cuore iniziava a batterle pià forte del normale. Vide l'indice della donna scivolare morbidamente sul grilletto, pronta a fare fuoco.

    - Ma non sempre l'obiettivo sarà fermo e vulnerabile. Imparate a leggerlo, a seguirne ogni movimento, a prevedere ogni reazione. Se l'occasione non arriva dovete crearvela... anche il passo verso la salvezza può condurre alla morte.
    - Disse infine, spostando il fucile dalla traiettoria verso la testa di Mei.

    Un sorriso quasi beffardo comparse sul suo volto, appena accennato, mentre le parole appena pronunciate si insinuavano come un tarlo, nella mente forse malata di Mei.

    - Akira aveva ragione. Rei è la persona più fedele a Raven che io conosca, un'illazione simile in sua presenza avrebbe firmato la vostra condanna a morte. Fate attenzione al vostro pupazzo, non voglio più vederlo muoversi in giro liberamente. Potete rilassarvi un po' se volete, ma non allontanatevi. - Concluse, togliendosi il sorriso dal volto.

    - Quasi dimenticavo... sistemate le armi nella botola, si chiuderà da sola quando avrete finito.- Aggiunse, rientrando in casa, dando le spalle alle due ragazzine.

    Mei sorrise. E iniziò a pensare alle parole di Amelie, quando fu interrotta da una agitata Sakura che le si avvicinò e iniziò a tempestarla:

    Mei-Chan credo vivamente che dovresti imparare la beata "Attesa"... Io non capisco nulla di spionaggio, sono una combattente di prima linea. Però non credo che con la fretta e l'impetuosità si possano raggiungere dei risultati. Non mi hanno convinto però...- Il tono era quello di una persona che aveva appena schivato un proiettile.
    Non c'era andata molto lontana, in fondo; una volta sacrificata MeiLing sarebbe toccato a lei, inevitabilmente. Quel fucile non puntava alla sua testa, ma era come se lo facesse.

    - Stai calma, Saku-Chan. Il fatto che il tuo pupazzo fosse stato ingannato a propria volta era una possibiltà, ma di certo non saremmo arrivati a questo, se lo avessi detto a loro. Prova a pensare a tutta questa situazione: siamo qui, lontane da tutti. Per difendere una ragazza che a quanto dice, è adorata da suo nonno, nonchè il boss. Siamo insieme ad una delle migliori cecchine che abbia mai visto e ci ha accompagnato una tizia che è stata in grado di tramortire tre persone con un solo colpo....- Iniziò a parlare Mei, dimenticandosi del fatto che le persone fossero quattro, prima che una venisse trasformata.
    Il suo tono era assolutamente calmo e il suo cervello stava iniziando ad analizzare tutto.

    - ...se ci volessero morte, saremmo morte. A maggior ragione dopo quanto ho detto. Di certo l'aiuto che possiamo dare qui è marginale rispetto a quello a che Amelie può fare da sola. Non credo abbia più di tanto bisogno di noi. E il fatto che siamo ancora vive, significa che forse hanno anche loro bisogno di noi in qualche modo...- Proseguì, iniziando a raccogliere le armi da terra.

    -...inoltre, abbiamo appreso più di quanto avremmo mai potuto fare con un discorso dietro una tazza di latte. Intanto abbiamo potuto constatare che Akira mi pare una ragazza un po' viziata. Invece di affrontare un discorso, ha preferito urlare ed andarse. Abbiamo scoperto che Raven è suo nonno. Abbiamo scoperto che non è un uomo di mezza età, di conseguenza sarà più anziano. Abbiamo scoperto che non veste elegante, il che potrebbe sempre essere utile per riconoscerlo in futuro. Abbiamo scoperto che Reileen lo venera a tal punto da attaccare chiunque osi anche solo infangare il suo nome. Ma cosa più importante, abbiamo scoperto che Amelie non è così. - Disse, facendo l'occhiolino a Sakura.

    - Il caos è un ottimo libro, se impari a leggerlo. - Aggiunse, guardando il cielo.

    - Hai ascoltato con attenzione le parole di Amelie? Certo, potrei sbagliarmi, ma non mi sento di escludere che nascondessero qualcosa. Tra le due mi è sembrata quella meno punta sul vivo e quella più incline a ragionare sulla cosa. "Non sempre l'obiettivo sarà fermo e vulnerabile. Imparate a leggerlo, a seguirne ogni movimento, a prevedere ogni reazione. Se l'occasione non arriva dovete crearvela... anche il passo verso la salvezza può condurre alla morte" - Ripetè Mei a Sakura sperando che cogliesse quella sfumatura che lei aveva colto, cadendo in fallo.

    - Perchè darci ancora lezioni dopo quello che avevo detto? "Anche il passo verso la salvezza può condurre alla morte". Inoltre ci ha rivelato di non fare certi discorsi in presenza di Rei. Non ti sembrano raccomandazioni un po' strane? Ho la sensazione che anche se non potesse darlo a vedere, concordasse con noi, in qualche modo. Forse la sua fiducia in Raven è inferiore a quella che dimostra. Non approfondiamo il discorso prima che venga il tempo per farlo. Credo che adesso abbiamo già preso abbastanza informazioni, alcune delle quali sono da verificare O magari mi sto sbagliando ed è solo stata fedele all'ordine di non ucciderci. Chi lo sa? Però quello che si può tranquillamente dire è che adesso sappiamo più cose di quante ne sapevamo prima. Sapere è potere, Sakura.- Concluse avvicinandosi alla botola e cercando di emulare quello che aveva fatto Amelie poco prima, per aprirla.

    Sakura si voltò verso il suo pupazzo, che nel frattempo era rimasto fermo immobile a fissare il vuoto con il suo sguardo vacuo; sempre che due bottoni cuciti si possano definire "sguardo".

    - Dimmi tutta la verità! Cos'è che mi stai nascondendo? Lo guardo in quegli occhi a forma di bottoncini, così da poterlo scrutare attentamente. Ci sono altre persone del tuo gruppo che potrebbero venire ad attaccarci? - Gli intimò la sua padrona. Evidentemente anche lei sentiva il bisogno di avere più informazioni possibili, ma soprattutto sentiva il bisogno di capire perchè quel pupazzo sembrasse essersi interrotto a metà durante il discorso.

    - Nascondere? Ti può nascondere qualcosa? Credevo facesse tutto quello che vuoi, senza obiezioni. Che ne dici di dirgli di disegnarti esattamente la figura di colui che gli aveva dato ordini? Magari potrebbe essere utile. - Disse un po' provocatoriamente Mei, sorridendo.

    - In qualsiasi caso, dovrò entrare a parlare con Akira, anche se non credo voglia farlo. Però preferisco non avere un coltello piantato nella schiena dalla persona che a quanto pare devo difendere. - Pensò infastidita MeiLing.

    Già, difendere. Non le era mai stato chiesto un compito del genere e non sapeva nemmeno se era in grado di farlo. Difendere le persone era esattamente l'opposto di quello che aveva imparato per tutta la vita.

    CITAZIONE
    Non ho messo fisicamente le armi nella botola, perchè non sono certo di riuscire ad aprirla, nel caso avesse qualche meccanismo a me sconosciuto. In caso fossi riuscito nel mio intento, considera che le ho messe via e ho aspettato che la botola si richiudesse.

    Inoltre scelgo anche io i 25 px. Il combattimento con armi da fuoco lo sfrutterò poco, preferisco magari tenere a mente gli insegnamenti per sviluppare un'abilità a distanza, ma meno specifica, anche se questo puà significare farla meno precisa.Non escludo di usare anche fucili di precisione in futuro, se mi servissero, ma credo che sia più utile saper utilizzare shuriken, cerbottane o altre armi più nello stile Kunoichi. A meno che quelle armi non siano già "incluse" nello stile kunoichi
     
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    Primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame.

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    La situazione si era smossa un bel po'; ora le due bambine si trovavano all'esterno dello chalet da sole. Che fosse per il più leggero dei dubbi o per la necessità di avere una sicurezza maggiore riguardo le parole di An-Chan, Sakura si rivolse nuovamente al pupazzo. Questa volta il suo tono di voce era più duro, un ordine era stato schioccato senza mezzi termini. Il cambiamento nei modi di fare di Ann sarebbe parso subito evidente agli occhi delle due ragazzine. Si sarebbe posizionato dinanzi alla sua padrona, quasi sull'attenti, senza la minima esitazione.

    La verità è che non sono sicuro si trattasse di Raven, l'ho immaginato. Il nostro gruppo è solo una delle "piume" dell'Albero Alato. So per certo che ne arriveranno altri. Sapevamo che ci sarebbe stato lo spostamento di Kojiro e Akira... Non so quando, ma probabilmente arriveranno dei pilastri con le loro squadre, non credo riuscirete a sopravvivere. Kojiro Hayase deve essere punito.

    Mei non ebbe difficoltà a riporre le armi nello scompartimento nascosto, era ancora aperto; come preannunciato da Amelie si richiuse una volta che tutti gli slot delle armi vennero occupati.
    Non avrebbero avuto molto altro da fare all'esterno, se non discutere di ciò che avevano scoperto o provare a rilassarsi come meglio credevano. All'interno dello chalet la situazione pareva più tranquilla del previsto. Amelie si trovava in cucina, impegnata nella preparazione di qualche pietanza; l'odorino che proveniva dalla stanza era già molto invitante.
    Akira si trovava in soggiorno, intenta a scrivere degli appunti su dei fogli; inoltre, con dei cacciavite stava dando una sistematina allo Stynx, alcuni apparecchi elettronici si trovavano sparsi sul tavolo.
    Dal piano di sopra provenivano alcuni rumori sordi, non era chiaro di cosa si trattasse, ma nessuno dei presenti sembrava preoccuparsene e l'unico al piano di sopra era proprio Kojiro.

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    Al momento, essendo rimasta fuori con la compagnia del pupazzo e dell'altra bambina prodigio, mi volgo proprio in direzione di quest'ultima, anche per ascoltare con estrema accortezza le parole che mi vengono da lei portate, analizzando attentamente le elucubrazioni a cui è giunta. Comincio ad analizzare la scena che mi si è posta d'innanzi, facendo un buon utilizzo dell'intelletto e cominciando a mettere ordine tra i vari dati empirici scoperti sino ad ora. Lascio che sia lei a mettere in ordine le armi, eseguendo così il compito dettato dalla cecchina superba, per quanto non manco di ascoltarla.
    Faccio tuttavia un profondo sospiro. Una descrizione accurata di quanto successo, ma non cambia il fatto che saremo potute finire molto male. Si si si... Nuovamente le mie movenze rispecchiano esattamente le parole che pronuncio, enfatizzando in modo sostanziale ogni singola inclinazione nel tono di voce, soprattutto con frenetici assensi del capo che son causa del suono melodioso dei campanellini dorati che appuntano il vaporoso codino sinistro. Diciamo pure che abbiamo metodologie differenti d'azione, io preferisco prima avere una qualche certezza... Incrocio le braccia sottili al petto minuto, praticamente inesistente, mentre il visino si contrae in un'espressione meditabonda, la fronte si corruga pesantemente e, come ciliegina sulla torta, ecco che le sottili labbra si sporgono a prendere la forma di un petalo di ciliegio ornamentale. Però non posso far altro che concordare con il tuo ragionamento. Si si si. Resto in quella posizione per un discreto periodo di tempo, continuando a riflettere su tutto il suo ragionamento. Sono tuttavia le sue ultime parole a farmi rinsavire, infatti sfarfallo prontamente le lunghe ciglia argentate e gli occhi rossi vanno a puntarsi in quelli di lei.
    Ma su questo non ci sono dubbi, sono perfettamente cosciente di quanto possa essere potente il sapere, sono decisamente l'incarnazione di quanto detto e, sinceramente parlando, nel rivelarti quelle informazioni ho sperato che tu ne sapessi qualcosa e avresti potuto darmi qualche informazione in più. Si si si! Mi espongo chiaramente, non negandole le mie intenzioni, ma celando quelle più spigolose e gli intenti che celo oltre il velo di ogni mia azione, un panno bianco e candido che maschera la mia natura, facendola apparire tuttavia in tutta la propria maestà. Enfatizzando la parte più espansiva di me tendo sempre a celare quella più misteriosa, mistificando comunque una machiavellica personalità. Se solo potessi trasformare qualcuno di loro in un pupazzo, forse potrei trarre molte più informazioni. Tuttavia mi rimangono davvero poche forze, riuscirei a farlo soltanto un'altra volta e rischio seriamente di essere esposta al pericolo se dovessimo essere attaccate. SI si si. Questo non posso permetterlo, no no no. Come in precedenza, il capo, continua a compiere quelle movenze, alternando cenni di assenso e diniego, ma grazie a quelle ultime parole, forse in preda ad una personale accettazione delle supposizioni appena elargite da Mei, le guancette scarne si gonfiano e il musetto si imbroncia. Uffiiiiiii! Che situazione! Però adesso non possiamo far altro che cercare nuove informazioni, d'altronde se davvero Raven fosse l'artefice di macchinazioni contro la sua stessa nipote, allora la questione sarebbe davvero mooooooolto grave e, a quel punto, non ci potremmo fidare di Rei, credo proprio che in quel caso dovremmo aspettarci un suo intervento. Amelie ha chiaramente osannato la sua massima fedeltà nei confronti del boss, immagino che nel caso in cui dovesse rivelarsi esatta l'ipotesi del tradimento, allora non potremo fare altro che scontrarci con lei. Un nuovo sospiro, quasi di rassegnazione, prende il volo dai sottili ciliegi del volto.
    A quel punto è una nuova entità ad attirare la propria attenzione, subito dopo l'ordine imperioso che gli ho rivolto. E' il pupazzo a parlare, l'orsacchiotto ancora sotto il mio contratto, che mi spiega tutta la sua storia. Quindi ci sono chiaramente nuovi indizi da porre all'attenzione, mentre cerco di analizzarli attentamente, come a sviscerare le sottili trame del fato che si dipanano come un intreccio di nodi davanti alla mia vita. Eppure... Cominciano ora le mie teoretiche elucubrazioni su ciò che sta accadendo, mentre mi volgo nuovamente verso l'altra ragazzina. Più vengo a conoscenza dei fatti, tanto più non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione che quell'uomo stia muovendo le fila di un gioco pericoloso. Il sorriso mesto torna ad ampliarsi sul mio volto, mentre il capo si inclina verso la dritta spalla assumendo un'espressione incredibilmente compiaciuta.
    Ihihihih. Vedi Mei-Chan, lui obbedisce a tutti i miei ordini, seguendo un determinato contratto stipulato al momento della trasformazione. Tuttavia tutto ciò che non fa parte del contratto lo fa agire secondo la sua volontà, non gli posso togliere "l'anima"... Alzo le manine ai lati del volto e virgoletto quella singola parole con le dita. Ha comunque una sua coscienza, diciamo solo che è macchiata dalla mia che posso gestire a mio modo e piacimento. Spiego con tono calmo e pacato, mentre le braccia si portano ai lati del corpo e le mani chiuse a pugno poggiano sui minuti fianchi. Però non ti sembra strano? A parte il fatto che me lo aspettassi. Non ho mai creduto che ci fossero soltanto quattro cacciatori di taglie sulle tracce dei nostri protetti, ma essere a conoscenza di questo posto significa che qualcuno abbia avuto tale informazione e l'unico che mi viene in mente è proprio Raven, a meno che non ci siano delle spie tra le sue fila che hanno riportato tutto a questi cacciatori. Storco le labbra, mentre comincio a riflettere su tutta la questione, non venendo comunque a capo di tutto, risalire sino alla fonte del problema, chiaramente però non posso certamente negare il fatto che, per quanto possiamo trovare il colpevole, attualmente non risolverebbe la situazione, se solo avessero seguito il mio consiglio non saremmo mai arrivati a questo punto e tutto si sarebbe risolto molto velocemente.
    Scrollo il capo freneticamente lasciando che i campanellini sul mio codino manco suonino la loro acerba melodia, inebriandomi sempre di quella particolare sensazione di tranquillità che ne deriva [Drin - Drin]. Bene allora An-Chan... Torno a guardare il pupazzetto, volendo comunque ottenere tutto il necessario per trarre le giuste conclusioni e se lui non volesse darmele di sua spontanea volontà, non comprendendo la situazione nella quale si trova, allora sarei stata io personalmente a strappargliele. Come dice Mei-Chan voglio che mi descrivi minuziosamente l'uomo che vi ha avvicinati. Vi ha parlato anche di questo posto? Poi dimmi... Alzo i rossi loculi ad ammirare il firmamento, con uno sguardo riflessivo. Immagino che questo "Albero Alato" sia un'organizzazione di cacciatori di taglie, ma per sicurezza, spiegami come sono formate le sue fila e i membri che ne fanno parte. Sono curiosa di sapere cosa ci aspetta. Ihihihihihih.
    Chiudo comunque gli occhi e cerco di interiorizzare i dati che possediamo, alla fine appare chiaro che quel posto non è poi così sicuro come credono tutti e dato che i cacciatori sono a conoscenza dell'ubicazione devo fare in modo di convincerli che non è saggio restare in quel posto troppo a lungo. Mei-Chan... La guardo con un sorriso ampio stampato sul volto. Credo che sia giunto il momento di fare quattro chiacchiere con la famosa "Vedova nera" in privato, vorrei tanto parlare con Akira-Chan, ma trovo che sia più opportuno lasciarla da sola per il momento, dopo la nostra piccola diatriba dubito fortemente che voglia ascoltare la nostra opinione. Però sai... Dondolo il capo dolcemente. Anche tu credi che Amelie sia più ragionevole, quindi immagino che porre l'attenzione sopra le giuste argomentazioni sia il meglio che possiamo fare. Al momento... Proseguo in quel modo, lasciando che le braccia si intrecciano nuovamente al petto. Non credo sia saggio restare qui. Se i nemici sapessero veramente dove ci troviamo, allora sarebbe davvero pericoloso. Tutto questo... E mimo un cerchio con le dita. Solo per la paura di essere trasformati in pupazzi. Uffiiiiiiii! Se mi avessero dato ascolto. Affranta da quella situazione.
     
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    Già Caelen il Calvo

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    Le due ragazzine iniziarono a parlare, senza urlare. Sebbene non avessero intenzione di non farsi troppo sentire, non era nemmeno un gesto assennato, confabulare. Avrebbe potuto attirare l'attenzione di Akira e Amelie, che potevano controllare la situazione in qualche modo dalla finestra.
    Lo scambio di battute fu piuttosto lungo, e Sakura si ritrovò a concordare con quanto espresso da MeiLing, sebbene i metodi che lei avrebbe utilizzato sarebbero stati diametralmente opposti a quelli di Mei, rivelatisi più aggressivi di quanto, forse entrambe si sarebbero aspettate.
    In realtà anche Mei non era abituata a quel tipo di aggressività, i suoi metodi solitamente erano più pacati e subdoli, più sottili. Ma questa situazione la irritava. Già dal tipo di missione. "Proteggere" non era proprio nelle sue corde, e questo già la metteva in agitazione. Sapere inoltre che il suo segreto era stato scoperto da subito dal tizio per il quale lavorava e che quindi avrebbe dovuto leccargli i piedi per poter raggiungere lo scopo, non era di certo un incentivo a restare calma.

    In qualsiasi caso, ormai quel che era fatto, era fatto. E presto sarebbero venute a scoprire altri dettagli interessanti, proprio dalla bocca lanuta dell'orsacchiotto che, su incalzante invito della sua padrona, non lesinò le informazioni.

    - La verità è che non sono sicuro si trattasse di Raven, l'ho immaginato. Il nostro gruppo è solo una delle "piume" dell'Albero Alato. So per certo che ne arriveranno altri. Sapevamo che ci sarebbe stato lo spostamento di Kojiro e Akira... Non so quando, ma probabilmente arriveranno dei pilastri con le loro squadre, non credo riuscirete a sopravvivere. Kojiro Hayase deve essere punito.
    - Il suo tono era quasi apatico, nonostante quel "immaginato" facesse pensare che in fondo qualcosa in quel cranio di stoffa ci fosse. Che non fosse solo impulsi e obblighi.

    -Ihihihih. Vedi Mei-Chan, lui obbedisce a tutti i miei ordini, seguendo un determinato contratto stipulato al momento della trasformazione. Tuttavia tutto ciò che non fa parte del contratto lo fa agire secondo la sua volontà, non gli posso togliere "l'anima"... Ha comunque una sua coscienza, diciamo solo che è macchiata dalla mia che posso gestire a mio modo e piacimento. Però non ti sembra strano? A parte il fatto che me lo aspettassi. Non ho mai creduto che ci fossero soltanto quattro cacciatori di taglie sulle tracce dei nostri protetti, ma essere a conoscenza di questo posto significa che qualcuno abbia avuto tale informazione e l'unico che mi viene in mente è proprio Raven, a meno che non ci siano delle spie tra le sue fila che hanno riportato tutto a questi cacciatori.- Sakura confermò l'idea che si era fatta Mei.

    - Credo che la cosa si stia delineando. E credo tu abbia ragione. Lo spostamento nel bosco non so quando è stato programmato, ma di certo bisogna contattare tutte le persone che ne erano a conoscenza, perchè se non è stato Raven o chi per lui, c'è sicuramente una talpa all'interno dell'associazione. - Sospirò Mei, cercando di pensare a qualcuno in particolare.

    Non le venne in mente nessuno, in fondo non aveva conoscenze all'interno di quella strana piramide criminale.

    Fu sakura a ripendere la parola, guardando l'orsacchiotto: - Bene allora An-Chan...Come dice Mei-Chan voglio che mi descrivi minuziosamente l'uomo che vi ha avvicinati. Vi ha parlato anche di questo posto? Poi dimmi...Immagino che questo "Albero Alato" sia un'organizzazione di cacciatori di taglie, ma per sicurezza, spiegami come sono formate le sue fila e i membri che ne fanno parte. Sono curiosa di sapere cosa ci aspetta. Ihihihihihih. - Di sicuro la descrizione dell'organizzazione poteva essere utile, soprattutto se avesse detto le capacità di quelli che sarebbero giunti.

    - Tienitelo vicina, Sakura. Se dovessero arrivare i suoi amici, fatti dire esattamente che razza di bestie sono e se hanno qualche punto debole. Uno per uno. Possiamo sfruttare questo vantaggio. Anzi, se riesci fatti dire se utilizzavano qualche metodo particolare di attacco, magari se sono stati addestrati ad infiltrarsi in qualche modo...Insomma chiedigli un parere su come potrebbero coglierci di sorpresa, e vediamo di far loro una bella sorpresa. Se come dice lui sono così forti, almeno non facciamoci trovare impreparati.. - Questa volta avrebbe agito con più calma.

    - Mei-Chan... Credo che sia giunto il momento di fare quattro chiacchiere con la famosa "Vedova nera" in privato, vorrei tanto parlare con Akira-Chan, ma trovo che sia più opportuno lasciarla da sola per il momento, dopo la nostra piccola diatriba dubito fortemente che voglia ascoltare la nostra opinione. Però sai... Anche tu credi che Amelie sia più ragionevole, quindi immagino che porre l'attenzione sopra le giuste argomentazioni sia il meglio che possiamo fare. Al momento...Non credo sia saggio restare qui. Se i nemici sapessero veramente dove ci troviamo, allora sarebbe davvero pericoloso. Tutto questo... solo per la paura di essere trasformati in pupazzi. Uffiiiiiiii! Se mi avessero dato ascolto - Disse Sakura sorridente

    - Sembra che mi abbia letto nel pensiero. - Pensò sbalordita Mei, Sakura aveva infatti anticipato quello che era esattamente il suo pensiero.

    - Sono perfettamente d'accordo con te, Sakura-chan. Credo che parlare con Amelie di quello che abbiamo scoperto sia una cosa fondamentale. E concordo anche sul fatto di parlarle in privato; non so perchè ma ho una strana sensazione su di lei. Forse mi sbaglio, ma preferire non parlare a lei di talpe ipotetiche, davanti ad Akira. - Disse Mei abbassando il tono della voce.

    Sospirò pensando alle ultime parole della sua compagna.

    - In qualsiasi caso, trasformarli non sarebbe stata un'ottima idea per un semplice motivo. Farli dimenticare dal mondo avrebbe si salvato la loro vita, ma li avrebbe persino portati via dalla memoria dei loro cari, che a quel punto non avrebbero piu potuto darci informazioni. Se ci avessero detto che loro devono andare in un luogo preciso, sarebbe stato perfetto. Ma proteggerli in eterno trasformandoli, non li avrebbe in realtà salvati davvero, ma avrebbe rinviato l'inevitabile. Certo...se davvero vogliono salva la vita, potremmo provare a fare arrivare un messaggio a Raven....- Si interruppe cercando di pensare giusto a cosa dire.

    - Se gli dicessimo che possiamo portare via sua nipote, in tutta sicurezza, ma che per farlo dobbiamo salpare e partire per un'altra isola, lontano dagli scagnozzi del suo rivale, potrebbe accettare. Sempre che la sicurezza di sua nipote sia di primaria importanza. In quel caso le tue capacità ci verrebbero molto comode. Perchè potremmo salpare con due pupazzi di cui nessuno si ricorda, e poi ritrasformarli quando giungiamo a destinazione. - La sua testolina provava ad elaborare un piano.

    - Aspetta, possono tornare normali, vero? - Interrogò dubbiosa la giovane.

    Si voltò verso lo chalet, sapendo che qualsiasi cosa avrebbe fatto o detto non sarebbe stata presa nel migliore dei modi.
    Fece un sospiro e si avvicinò alla porta, socchiusa.
    Lentamente la aprì. Di fronte a lei, Akira sembrava intenta in alcune riparazioni o migliorie meccaniche al marchingegno che prima aveva fatto svolazzare per il prato. Prendeva appunti, o forse scriveva a suo nonno di quanto io avessi provato a metterlo in cattiva luce.

    - Speriamo siano appunti. - Pensò MeiLing.

    Si guardò intorno, cercando Amelie, che vide impegnata in cucina. Dava loro le spalle, ma poteva percepire come la donna si fosse già accorta della sua presenza.
    Mei alzò la mano a mezz'aria come per parlare quando alcuni rumori sordi la distrassero.
    Provenivano dal piano di sopra, dove avrebbe dovuto esserci Kojiro.
    Mei non riuscì a ricondurre quei rumori a nulla di particolare, e si insospettì, a differenza delle altre due donne.

    - Forse si sta allenando, ma preferisco essere sicura. - Pensò, con il volto scuro.

    In fondo erano entrambi una sua responsabilità e non tenerli sott'occhio entrambi poteva essere un errore fatale, imperdonabile.
    Senza dire nulla ad Akira, si avvicinò ad Amelie e le si affiancò.
    Con il tono di voce basso bisbigliò alla donna.

    - Vorremmo chiederti un paio di cose. Puoi venire fuori un momento? - Cercava di essere naturale , e in modo naturale cercava di non farsi troppo sentire da Akira, pronunciando le parole biascicate e a denti stretti.

    - Io vado a controllare se sta bene, intanto. O...se ha bisogno di qualcosa - Disse Mei, questa volta ad alta voce, salendo le scale rapidamente.

    Arrivò davanti alla porta e bussò e senza aspettare una risposta, attese due secondi e la socchiuse.

    - Come stai? Tutto bene? Hai bisogno di qualcosa? - Disse con un tono di voce dolce e soave, con un sorriso carinissimo, da far sciogliere il cuore.

    CITAZIONE
    Abilità - "Irresistibile scioglievolezza"

    Una importante capacità di Mei-Ling è quella di sfruttare il proprio aspetto innocente per trarne benefici. Che sia l'ottenere un vantaggio in combattimento, informazioni o semplicemente favori.
    Con l'aumentare del livello la capacità viene affinata, ottenendo maggiori benefici (ricevendo piu informazioni ad esempio o riuscendo a confondere e magari rabbonire un avversario anche dopo averlo colpito)
    Livello: 1

    Se fosse stato bene, magari avrebbe potuto scoprire qualche informazione interessante, in qualsiasi caso non aveva intenzione di trattenersi molto. L'intenzione era quella di scendere a parlare con Amelie e Sakura e questa sua premura era in realtà un accertarsi che tutto fosse a posto.
     
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    "Tuttavia tutto ciò che non fa parte del contratto lo fa agire secondo la sua volontà, non gli posso togliere l'anima".
    Furono le parole di Sakura, che nascondevano una truce e pericolosa verità, ben più stratificata di quanto lei, qualsiasi sua ignara vittima o ingenuo compagno, avrebbe potuto immaginare.
    Neanche questa volta il pupazzo si rifiutò di rispondere, l'ordine era impresso nella sua mente e martellava ferocemente per portare in superficie tutte le informazioni richieste.

    La persona che si è avvicinata a noi era un uomo sulla trentina, baffetto elegante, portamento regale... si, sembrava proprio uno di quei nobili che eravamo soliti derubare insieme ai nostri compagni. Aveva una cicatrice sul volto, non bellissima, gli tagliava le guance da parte a parte, ma non gli dava problemi a parlare... probabilmente aveva un qualche significato, più che essere una ferita derivata da una battaglia o da un incidente. Era vestito in modo elegante, almeno da quello che riuscii a vedere, la giacca in doppio petto era tenuta molto bene, di un colore grigio, fumoso... il resto era coperto da un mantello nero. Era alto, 2m o poco più, dal fisico un po' esile, ma incuteva timore. No, non ci ha parlato di questo posto; da quello che sapevamo, i nostri obiettivi sarebbero stati portati in un rifugio, noi avevamo il compito di seguire il gruppo che andava verso la foresta, ad altri è toccato continuare a controllare la casa, altri hanno seguito il gruppo che ritornava al porto.

    Fece una breve pausa, quasi a ripulire la mente dal vecchio ordine, permettendole di passare al successivo e dare le risposte che la sua padrona aveva richiesto. Avesse avuto una bocca pulsante, a quel punto sarebbe stata secca, arsa.

    Io... non faccio ancora parte dei membri ufficiali dell'Albero Alato. Insieme ai miei compagni abbiamo accettato questo contratto offerto da loro per metterci in mostra e provare a fare qualcosa. Non avevamo neanche l'ordine di attaccare, ma solo di pedinare i gruppi e di mandare un segnale con i lumacofoni e distruggerli dopo averlo fatto. Ogni squadra esterna doveva seguire un percorso e segnalare la presenza degli obiettivi su quel percorso. Questo era il nostro modo per entrare a far parte dell'Albero.
    Non conosciamo come siano organizzate le loro fila di Cacciatori, né chi siano, ma quasi tutti i cacciatori conoscono il ruolo che ricoprono i loro Pilastri... alcuni sono addirittura di grado Hunter.


    Si zittì, avendo adempito esaustivamente ai suoi doveri, quasi soddisfatto.
    L'interno dello chalet era abbastanza tranquillo, nessuno pareva essersi mosso per ascoltare la loro conversazione, indaffarati in altre faccende. Amelie annuì alla richiesta di Mei, dicendole che l'avrebbe aspettata fuori. Stava preparando qualcosa da mangiare e dal forno si liberava davvero un buon odorino.
    La piccola Danaki decise di andare a controllare Kojiro ed i suoi sospetti si rivelavano giusti, si stava semplicemente allenando. Non era nella sua stanza, ma in quella adiacente: una stanza vuota, abbastanza ampia e con alcuni attrezzi per allenarsi; se la stava prendendo con un sacco da boxe. I suoi colpi erano rapidi e forti, sicuramente aveva ricevuto un addestramento nel combattimento ravvicinato.

    No, non ho bisogno di nulla... grazie lo stesso.

    Disse un po' scocciato, rialzandosi da terra. Eppure, il suo tono di voce mutò improvvisamente, divenendo più dolce e risentito.

    Ehm... Mei... volevo scusarmi con te per ciò che è accaduto nella foresta. So che state facendo tutto questo per noi e non avrei dovuto reagire in quel modo, ho rischiato solo di metterci in ulteriore pericolo. La colpa per i miei fallimenti è solo mia, non lascerò che il loro peso provochi ulteriori disagi.

    Concluse inclinando il busto in un inchino sentito.
     
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