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    Dopo aver superato il primo ostacolo, il controllo da parte della guardia all'entrata, mi ritrovai all'interno dell'isola, dal lato della foresta. Le persone che si spostavano per le varie stradine erano davvero tante, una calca non indifferente, segno che l'attività all'interno del paese era florida, non si fermava mai e non subiva intoppi dall'esterno o problemi interni, almeno così sembrava apparire in superficie. L'umore dei cittadini, impegnati e non, era sempre abbastanza gioioso, contenti di quello che facevano e di quello che mostravano agli estranei e al pubblico. Probabilmente la malavita del posto era ben rintanata e oscurata dal lavoro instancabile dei cittadini, nonostante mi puzzasse leggermente la questione in merito. Un'organizzazione malavitosa poteva anche manipolare gran parte dei cittadini, anche se potevano estorcere denaro al prossimo e di certo quel "prossimo" non si sarebbe palesato con un bel sorriso sul viso, a meno che non fosse davvero un maestro ad oscurare le proprie emozioni. Un'altra faccenda che mi dava da pensare era il comportamento delle guardia che si muovevano per la città. Le si vedeva ai lati della strada, camminare controcorrente alcune volte, apparendo come semplici persone, nonostante il loro sguardo traesse in inganno la maggior parte dei civili. Avevo già visto occhi di quel tipo tra le reclute della marina incaricate di fare la ronda, in quel caso l'unica differenza era che ciò che li tradiva non era lo sguardo, ma la divisa. Nel caso delle guardie, quelle che la indossavano o comunque che mostravano di distinguersi dalla massa, rimanevano fermi in posizioni meno distinguibili, rispetto a quelli in "borghese" che si muovevano ai lati della strada, mentre altri si muovevano all'interno della calca, venendo traditi dalla loro corporatura, ma anche dal loro muoversi con enorme resistenza tra le persone. Sapevano dove andare e cosa fare, dove perlustrare e in quale punto trovarsi a determinati orari. Sapevano mantenere un certo assetto militare, oltre che avere occhio ovunque, insomma erano dei veri e propri soldati e per questo non potevo fare altro che mostrare il mio rispetto, non metterlo in mostra, ma comprendere che anche senza la marina, la situazione nella città dell'isola, era ben tenuta, oltre che protetta da guardie abili di muoversi senza farsi notare. Avevano ricevuto probabilmente un ottimo insegnamento sul come non farsi notare, non era semplice allenamento, ma anche insegnamenti psicologici, c'era una mente dietro tutto questo che sapeva bene come muoversi.

    I miei pensieri in merito ai soldati di quel posto svanirono quando vari suoni si palesarono nella mia testa, proveniente da un locale che da un po' cercavo. Avevo bisogno di informazioni, di un luogo da cui partire e quindi comprendere dove potessi trovare determinati dojo, soprattutto quello che la guardia inizialmente mi aveva detto, dove si trovava un mio compaesano. La prima che mi capitò a tiro, in pieno stile occidentale, di due piani, si sentivano abbastanza rumori dall'esterno, segno che vi erano già persone all'interno, non conoscevo bene l'orario di punta dell'isola, ma una locanda piena poteva sia far piacere che far paura, dipendeva sempre dalla locanda. Salii gli scalini per raggiungere il balcone del primo piano, dove ancor prima di aprire la porta, l'eco di stramazzi e risate si spargeva verso l'esterno, probabilmente non andava poi oltre e si infrangeva con il rumore della calca che scorreva in strada. Non persi tempo ed entrai all'interno della locanda, Lacuna era il suo nome. Un nome interessante, chissà per quale motivo, forse il proprietario o l'oste avrebbero potuto darmi conforto in questo e in altre domande. L'interno era pieno di persone, chi intento a festeggiare un glorioso avvenimento, tramite brindisi di birra e altri alcolici, altri più silenziosi, bevevano e parlavano, coperti dal suono di chi festeggiava. Alcuni intenti a sfidarsi a braccio di ferro, creando un gran chiasso all'interno, ma non potevo che tranquillizzarmi, potevo semplicemente scivolare al bancone e stare per fatti miei senza che nessuno mi notasse poi tanto. L'oste era pelato, con la presenza di baffi neri ben tenuti e una corporatura mascolina, insomma, sembrava anche lui esser stato un ex-allievo di un qualche dojo.
    «Benvenuto nella mia Laguna! Cosa posso offrirti?» disse l'omaccione mentre cercavo di sedermi allo sgabello per guardare meglio lui e l'intera zona.
    «Salve a lei. Diciamo che può offrirmi una birra di malto scura e due chiacchiere se non le dispiace. Sarei curioso di sapere il significato del nome della sua locanda, mi è subito saltato all'occhio e mi sono chiesto mai.» poggiai le mie braccia sul bancone, pensando sul come iniziare a cercare i vari dojo, e speravo che l'oste non mi prendesse troppo per un curiosone. «Volevo inoltre, se non le dispiace, avere maggiori informazioni sulla città. Sa sono un viandante e volevo sapere i vari punti di interesse e i luoghi da visitare.» espressi alla fine, attendendo non solo la risposta dell'oste, ma anche la birra.

     
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    Il buon Namor non poté che sorridere alle parole che la sirena gli rivolse; era proprio un vero tuffo nel passato, ai tempi in cui se la spassava sull'isola degli uomini pesce, con la mente mai rivolta al futuro e aempre fissa su un presente da vivere ferocemente. Ormai erano tempi andati, un gioventù che si mostrava come eco assente sulla sua pelle.

    Mai mi sarei aspettato di trovarmi dinanzi ad una sirena, qui, su questa isola... e non posso che esserne incredibilmente lieto.

    Un richiamo che non mancò di cogliere, poiché proprio come lei, anche lui aveva vissuto da libero pirata. Un momento di nostalgia, un sguardo velato flebile tristezza venne rivolto al tridente che stringeva nella mano destra.

    Un tempo anche io ho solcato i mari in libertà, ma purtroppo non ho mai avuto il piacere di incontrarti Ilayah, me ne ricorderei sicuramente. A tal proposito, ti andrebbe di bere una tazza di teh? Fa sempre piacere avere la possibilità di scambiare due parole con qualcuno di "vicino".

    Nelle sue parole non vi era malizia, pareva essere realmente interessato ad una chiacchierata con la bella pirata, ma era palese che avesse intenzionalmente omesso la parola "razza".
    Se la giovane avesse accolto la sua offerta, l'uomo l'avrebbe condotta nel suo ufficio dietro la palestra, collegati da un piccolo corridoio interno oltre una porta in legno celeste; ciò sotto gli occhi degli studenti, i quali sarebbero stati tutti richiamatinall'ordine.
    L'ufficio era una stanza non troppo grande, ma neanche piccolissima, il giusto per poter inserire una scrivania curata in legno di mogano, 3 sedie, 2 librerie, un piccolo tavolino... ed un po' di spazio restante per poter sgranchirsi le gambe.

    Va bene il teh? C'è quello aromatico ed il classico ginseng. In alternativa ho anche un po' di vino.

    Prese due sedie e le portò vicino al tavolino, così da avere una conversazione meno formale. Avrebbe invitato la piratessa a sedersi, e le avrebbe preparato ciò che avrebbe scelto.

    Allora Ilayah, cosa ti porta sull'isola del Karate?




    L'oste rise di gusto alle parole del caporale, ma fu subito chiaro che il suo intento non era quello di schernire, bensì di compiacersi. Non gli capitava spesso che qualcuno lo solleticasse con domande riguardo il suo locale. Invitò subito il cliente ad avvicinarsi, pulendo il bancone ove eglinstava per appoggiarsi, così da metterlo meglio a suo agio. Si abbassò verso il bancone, così da poter prendere un boccale pulito e riempirlo con la sua migliore birra scura, da sapore deciso e dal retrogusto leggermente dolciastro, a cui abbinò alcuni stuzzichini salati.

    Ecco a te, questi li offre la casa. Sono dei rusticini preparati da mia moglie, con pepe, strutto e mandorle. Devo dire che la domanda che mi hai posto ha colpito dritto al cuore ahaha, ma si vede che sei un tipo curioso, perspicace. La mia non è una storia particolare, così come non lo è la storia di questo luogo, ma mi piace comunque definirlo casa. Da piccolo, sulla mia isola d'origine, vivevo nei pressi della Laguna, dove vedevo i miei vicini pescare e tanti viaggiatori arrivare, mi ricorda la zuppa di pesce di mia madre o il pesce spada allo spiedo di mio padre, mi ricorda le gare di nuoto coi miei amici e le lotte ehehe. Ho voluto riempire questo posto coi miei ricordi, per questo è la Laguna, la mia laguna.

    La nostalgia negli occhi dell'oste era visibile come una patina lucida a coprirli, ma ora era repirabile anche in quel luogo, il cui arredamento ed atmosfera, sembrava proprio resistuire quel sentore di "casa".

    Punti di interesse eh?! Beh, sicuramente devi visitare il quartiere dei dojo, che in vista del torneo mensile che si terrà tra 3 giorni è molto più vivo ed offre molte possibilità! Sia di guadagno monetario che crescita personale! Te lo consiglio anche se sei un semplice turista, ci sono bei gingilli da acquistare ed alcuni dojo più vecchi sono un vero spettacolo. Anche il tempio Fujin a Nord della cittadina merita una visita. Inoltre, se vuoi trattenerti ancora qui, puoi dedicarti a qualcuna delle nostre attività, come le gare di braccio di ferro e le slap challenge! Si possono vincere anche soldi e qualcosa di sfizioso per chi arriva lontano eheh.

    Edited by †Gunrock† - 16/5/2020, 18:32
     
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    « Il piacere è tutto mio. »

    Per le sue parole non poté che sentirsi estremamente lusingata Ialyah, che di conseguenza sorrise. Le fece ancora più piacere sentire Namor parlare del suo passato da pirata, cosa che colse al volo e che la portò ad ampliare maggiormente il proprio sorriso. Tante le cose erano in comune, che quasi si poteva dire si conoscessero da una vita.
    Per tal motivo, si sentì totalmente a suo agio nell'accettare la sua proposta, annuendo di conseguenza.

    « Certo, perché no? È da tanto che non bevo del tè, effettivamente. E per me è lo stesso, non mi sembra di averti mai visto... Per quanto improbabile possa essere. » replicò a quel punto la mora, accennandogli un nuovo sorriso mentre rivolgeva uno sguardo fugace a Nathan. Qui le loro strade si separavano ma, forse, quella non era l'ultima volta che lo vedeva. Gli fece un breve cenno col capo di saluto, ringraziandolo con esso, prima di allontanarglisi.
    L'idea di parlare con qualcuno della sua stessa "razza" la rese piuttosto entusiasta, poiché di certo sulla ciurma di Lyvie non esistevano Tritoni o Sirene, oltre lei stessa. Accettare quell'invito fu davvero inevitabile, data anche la curiosità che quell'uomo le suscitava. Così lo seguì fino al suo ufficio, dopo aver attraversato un corridoio breve a precederlo. Si guardò attorno, quindi, con occhi incuriositi, accorgendosi immediatamente dell'essenzialità di quella stanza. Non era grande, ma nemmeno troppo piccola.
    Riportò gli occhi al bel viso dell'uomo solo alle sue parole, finendo ben presto per annuire in segno affermativo.

    « Va bene il tè ginseng, non preoccuparti! Sono un pirata, sì, ma non mi va molto a genio l'alcol. È strano, lo so. » puntualizzò inevitabilmente, soprattutto perché conosceva bene la nomea che tutti i pirati sembravano avere. Rum e nient'altro che rum, questo era il loro motto. Non a caso aveva fatto trascinare a Nathan ben tre barili di rum poco prima, fino al porto.
    Si sedette comodamente nel frattempo dopo averlo osservato fare, guardandosi brevemente attorno mentre accavallava le cosce in una posizione comoda e mantenendo gli avambracci sui lati della sedia stessa. Fu solo alle sue seguenti parole che portò le iridi ambrate sul viso dell'uomo, esitando solo qualche attimo prima di rispondergli.
    Dirgli la verità o farlo solo parzialmente? Istintivamente, decise di optare per la prima.

    « Ero incuriosita dai dojo di cui tanto si parla in ogni parte della Terra che ho avuto modo di visitare. » esordì, prendendo una piccola pausa nel tentativo di trovare le parole giuste. « Ho avuto modo di ritrovarmi qui dopo tanto, tanto tempo dalla mia partenza verso l'Oceano, e la prima cosa che ho fatto è cercare uno dei dojo. Mai avrei pensato di trovare lo stile del Karate degli Uomini-Pesce. Perché con esso sono cresciuta sott'acqua... Ho avuto modo di imparare a combattere, come certamente saprai fare anche tu, Namor. È notevole il tuo lavoro qui, a proposito. Ma sono alla ricerca di nuovi stili, sono una donna molto curiosa e intendo visitare anche altri dojo, su quest'isola. Qualche consiglio? » domandò infine in un piccolo sorriso, alla ricerca di qualche informazione sulla prossima tappa.


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    Era davvero una sensazione bellissima quell'osteria, almeno si stava palesando così alle mie orecchie e a tutto quello a cui ambivo. Oltre che un po' di pace e serenità, anche continuare la mia missione e cercare l'obiettivo per vincere contro quei nemici. Prima di tutto, però, dovevo recuperare informazioni, ma godermi anche la sosta in quella locanda, cercando di creare con l'oste un buon legame, non solo per benefici personali, ma anche per aiutare me stesso a comprendere la mentalità delle persone. Dopo essermi seduto e aver non solo detto il mio ordine, ma anche chiesto della locanda e delle informazioni, ricevetti ciò di cui avevo bisogno. La birra era di un colore scuro, la schiuma in superficie sembrava essere un ottimo collante con l'intero amplesso, bicchiere e birra; sembravano essere perfettamente concorde con tutto. Forse ero io nel momento di esagerazione, probabilmente la mia lunga scampagnata dalla foresta, fino alla cittadina, mi aveva portato non solo a stancarmi, ma anche a ricercare per un attimo una sosta per rimettere in sesto le idee e il mio corpo. Il proprietario del locale era davvero molto gentile e il mio spirito ringraziava davvero tanto per questo piccolo dettaglio. Mi gustai prima di tutto il sapore della birra, bevendo con calma e piacere, circa metà del contenuto. Il sapore era dolciastro, fresco e inebriante, da sola era davvero perfetta, ma accompagnata da quei rustici salati? Erano la combinazione perfetta. Le mandorle si sposavano alla perfezione con il sapore deciso del pepe, mentre lo strutto rendeva il gusto non solo più superlativo, ma anche sfizioso e a tratti profondo. Non mi avevano disturbato più di tanto e durante quel mio degustare e decantare, sentivo l'oste parlare del suo passato, di come da bambino si divertisse alla laguna, nuotando con i suoi amici, il ritorno al casa per mangiare le bellezze di quel luogo, come il pesce spada o la zuppa. Dettagli fini a sé stessi, ma interessanti, non solo gli facevano capire che l'oste non era di lì, ma che quel luogo fosse per il barista, un ottimo luogo dove riunire al proprio interno, i suoi ricordi.
    «Devo dire che la domanda che mi hai posto ha colpito dritto al cuore ahaha, ma si vede che sei un tipo curioso, perspicace. La mia non è una storia particolare, così come non lo è la storia di questo luogo, ma mi piace comunque definirlo casa. Da piccolo, sulla mia isola d'origine, vivevo nei pressi della Laguna, dove vedevo i miei vicini pescare e tanti viaggiatori arrivare, mi ricorda la zuppa di pesce di mia madre o il pesce spada allo spiedo di mio padre, mi ricorda le gare di nuoto coi miei amici e le lotte ehehe. Ho voluto riempire questo posto coi miei ricordi, per questo è la Laguna, la mia laguna.» disse il barista, parlandomi in dettaglio del nome della sua locanda, dopo avermi offerto l'ordine da me richiesto e mentre assaggiavo le varie prelibatezze, ascoltavo con attenzione ogni piccolo dettaglio. Guardandomi intorno, era facile comprendere che i suoi ricordi sembravano essersi trasformati in qualcosa di più vero, sembrava che l'intera locanda potesse riportare gli ospiti al passato e far rivivere anche a loro, momenti del passato dell'oste stesso.
    «Moglie? Dunque lei è sposato? Figli o, semplicemente, coppia e basta? Perdoni le domande, è che come può ben vedere dal mio abbigliamento, non sono di qui. Sono un viaggiatore e per quanto sia bello esplorare luoghi nuovi, vi è sempre il difetto di doverlo fare da soli. Capita quindi che quando si trova un'ottima compagnia, con cui scambiare quattro chiacchiere, ci si ritrova ad essere più prolissi, ma anche incapaci di rapportarsi per il verso giusto, finendo per essere inappropriati in alcuni momenti. Qual è la sua isola di origine? Dov'è nato, ecco. Da come la descrive, sembra essere un bellissimo luogo per i pescatori.» dissi, mangiando tra una frase e l'altra, quegli stuzzichini offerti dalla casa, davvero buoni, di certo non perfetti per saziare, ma accompagnati a quella birra, erano delle leccornie da non sottovalutare. Sempre in seguito, con le mie voglie di sapere, l'oste parlò anche dei punti d'interesse dell'isola, spiegando bene e illuminandomi anche sull'intera zona.
    «Punti di interesse eh?! Beh, sicuramente devi visitare il quartiere dei dojo, che in vista del torneo mensile che si terrà tra 3 giorni è molto più vivo ed offre molte possibilità! Sia di guadagno monetario che crescita personale! Te lo consiglio anche se sei un semplice turista, ci sono bei gingilli da acquistare ed alcuni dojo più vecchi sono un vero spettacolo. Anche il tempio Fujin a Nord della cittadina merita una visita. Inoltre, se vuoi trattenerti ancora qui, puoi dedicarti a qualcuna delle nostre attività, come le gare di braccio di ferro e le slap challenge! Si possono vincere anche soldi e qualcosa di sfizioso per chi arriva lontano eheh.» a quanto pare non vi erano soltanto i dojo, ma anche un tempio, le varie sfide, curiose alcune, come la "slap challenge".
    «Interessante! Come le ho già detto, sono un viaggiatore, mi piace esplorare luoghi nuovi, soprattutto le varie usanze e festeggiamenti, competizioni e chi più ne ha più ne metta. Mi avevano parlato di quest'isola, sarò sincero, mi avevano detto della fama dei vari dojo, alcuni più importanti in base all'anzianità di chi li dirigeva, così come del torneo che si svolgeva, ma non mi aspettavo la presenza di un tempio. Questo particolare mi ha affascinato, non tanto per la religione, bensì per la spiritualità con la quale sono cresciuto. Le gare e le slap challenge, sono interessanti, ma vorrei visitare un po' prima il luogo, dopodiché potrei tornare qui. La ringrazio davvero, ma mi scusi, davvero tanto, non le ho chiesto il suo nome. Come si chiama?» dissi le mie ultime frasi all'oste, cercando di instillare in egli delle ottime conoscenze, oltre che farmelo un po' di più amico.

     
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    Namor ascoltò con attenzione le parole che Ialyah gli stava rivolgendo, lasciandosi un po' andare alla nostalgia. Anche lui ne aveva passate tante prima di giungere all'isola del karate; vicissitudini che ancora laceravano il suo cuore. Ma ancora una volta evitò di pensarci troppo, era una cosa che aveva imparato a fare nel corso degli anni: non aveva dimenticato, ma la "corazza" in cui si era avvolto faceva il suo dovere.
    Venne riportato alla realtà dallo sbuffo provocato dalla macchinetta a pressione. Versò il teh in due tazze, una delle quali venne servita alla piratessa. Si sedette anche lui, così da poter affrontare la conversazione con comodità.

    La tua è una storia davvero affascinante Ialyah e che, in parte condivido. Come te ho avuto l'occasione di solcare i mari in libertà prima di trasferirmi qui stabilmente.

    Sorseggiò con fare tranquillo, lasciandosi qualche secondo per sentire l'aroma proveniente dalla bevanda, fiero di ciò che aveva creato. Non appena rivolse il suo sguardo alla sua interlocutrice, ella avrebbe potuto notare una maggior decisione nei suoi occhi, segno che stava arrivando un discorso abbastanza serio.

    Un altro dojo da visitare? Uno dei più particolari è sicuramente il Paigin Kai. E' gestito da un Visone che insegna un'arte importante del suo popolo, un po' come faccio io d'altronde.
    A tal proposito, qual è il tuo Dan?
    Devo dirti che ti ho invitata qui non solo per il diletto di una piacevole chiacchierata... ho una proposta da farti. Devi sapere che su quest'isola, ogni mese si tiene un torneo tra i vari dojo per stabilire il più "forte". Sono gli studenti a partecipare, ma spesso concorrono anche dei partecipanti "sponsorizzati" dai dojo, dei talenti che scelgono di schierarsi dalla parte di una scuola in particolare e di combattere per essa. Ovviamente non si vince solo fama e gloria, ma ogni torneo ha in palio dei premi per i primi 3 classificati: variano tra soldi, oggetti preziosi... talvolta si è arrivato a vincere anche delle imbarcazioni!
    A questo punto avrai già capito dove voglio andare a parare: Vorresti partecipare al torneo sotto la nostra scuola?
    Ho notato da subito che hai del potenziale e, probabilmente, potrei anche insegnarti qualcosa!





    L'oste rise alle parole del visone, assai curioso riguardo alla vita dell'uomo. Egli non sembrava minimamente sospettoso riguardo quelle domande, dopotutto il suo lavoro riguardava anche il relazionarsi con i suoi clienti. Strofinó le mani sul grembiule prima di iniziare a parlare, aveva un sorriso di soddisfazione.

    Io e Ilenia abbiamo un figlio, è lui il cuoco... E si occupa pure della scelta degli aromi delle bevande, ha una certa capacità! Anche se mi dispiace vorrei proprio che lasciasse questo luogo per esplorare il mondo. Non vuole lasciarci soli, ma si vede che vorrebbe viaggiare. Comunque, io vengo dal mare orientale, arcipelago Gekko per la precisione! Davvero un bel posto.
    Come hai detto, può non sembrare, ma ci sono molti dojo che badano alla spiritualità, come ce ne sono alcuni molto più interessati alla visibilità e ai guadagni! Ah non preoccuparti, il mio nome è Braum, Fjordin Braum!
     
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    Nel frattempo che Namor si accingeva a farle il tè, le iridi ambrate di Ialyah si posarono sulla macchinetta a pressione e in seguito ai suoi movimenti. Una tazza venne servita alla piratessa, che lo ringraziò di conseguenza con un piccolo sorriso eloquente. Era gentile, ed anche molto. Si domandò cosa volesse sapere da lei, oltre il motivo per cui si trovasse sull'Isola del Karate.
    Ascoltò le sue parole e alla fine non poté che annuire, notando la sua stabilità attuale che - apparentemente e da quel che poteva vedere - era notevole.

    « Ti sei dato da fare. Trovare il proprio posto al mondo è una cosa che non tutti riescono. » notò a quel punto, portando alle labbra piene il bordo della tazza di tè, inspirando profondamente il profumo delizioso del suo contenuto.
    E così ne bevve qualche sorso, senza mai distogliere lo sguardo dal viso dell'uomo di fronte a sé. Fu più facile per lei, così, notare il suo cambiamento di espressione, segno che voleva cominciare a parlarle con una maggiore serietà. Non poteva, però, immaginare di cosa si trattasse.
    Grazie alla sua risposta prese in seria considerazione l'idea di visitare il dojo da lui consigliato, premurandosi subito dopo di rispondere alla sua domanda mentre abbassava leggermente la tazza.

    « Il mio Dan? Ventidue. » si limitò a rispondere, poiché furono le sue seguenti parole ad attirare particolarmente la sua attenzione.
    "Una proposta?", si ritrovò a pensare, assottigliando maggiormente lo sguardo ora che aguzzava ulteriormente l'udito. Che fosse curiosa, era certo.
    Quel che le disse la sorprese, poiché di certo non si aspettava una proposta del genere, proposta che in parte la lusingò. Il fatto che avesse notato del potenziale in lei la portò a sorridere compiaciuta e, sì, data la voglia di imparare e di fare nuove esperienze che si ritrovava, fu impossibile per lei rifiutare.

    « Mi hai convinta a "imbarcazioni". Beh, anche i soldi e gli oggetti preziosi non sarebbero male, c'è da ammettere. I miei compagni sarebbero contentissimi. » aggiunse infine e in un sorriso entusiasta, pensando effettivamente alla reazione della ciurma di Lyvie alla vista di un premio così abbondante. Anche se, certamente, Ialyah avrebbe preferito una barca tutta per sé.

    « A quando il prossimo torneo, dunque? Tanto ci fermeremo qui per un po', suppongo. »


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